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Stanziati 4 milioni di contributi per le nuove imprese lombarde

Posted by Massimo Miceli on
Stanziati 4 milioni di contributi per le nuove imprese lombarde

La Regione Lombardia e le Camere di Commercio lombarde si uniscono per la ripresa dell’economia lombarda. Per favorire la ripresa e il rilancio dell’economia della regione, duramente colpita dalla pandemia da Covid-19, la Regione Lombardia e il Sistema Camerale lombardo hanno infatti promosso il bando dal titolo ‘Nuova impresa’, che sostiene l’avvio di nuove imprese lombarde e l’autoimprenditorialità, e favorisce il ricollocamento dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro.
Il bando mette complessivamente a disposizione 4 milioni di euro a fondo perduto, in particolare, il contributo è del 50% sulle spese ammissibili, fino a un massimo erogabile di 10.000 euro.

Quali spese rientrano nel contributo?

Il contributo a fondo perduto di 4 milioni di euro è a parziale copertura delle spese per la costituzione e l’avvio di nuove imprese, l’acquisto di beni strumentali, di software e hardware, oltre alla copertura dei canoni di locazione, e la copertura delle spese generali e di comunicazione. Le tipologie di nuove aziende ammissibili rientrano nel settore commercio, nel terziario, manifatturiero e gli artigiani dei medesimi settori. Inoltre, possono presentare domanda le micro, piccole e medie imprese lombarde costituite a partire dal 27 luglio scorso.

“La Lombardia è la casa delle partite Iva”

“Con questa iniziativa le Camere di Commercio lombarde e Regione Lombardia proseguono lo sforzo comune per incentivare e sostenere lo spirito imprenditoriale lombardo – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. È tempo di lasciarci alle spalle la crisi e ricominciare a investire sul proprio futuro e di fare nuova impresa”, ha sottolineato Auricchio.
“Regione Lombardia – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – si è sempre schierata al fianco delle imprese, e oggi con questa ulteriore misura vogliamo ribadire con forza e convinzione che la Lombardia è la casa delle partite Iva, luogo in cui chiunque abbia un’idea può realizzarla, anche con il supporto e l’aiuto di Regione Lombardia”.

Le domande vanno presentate in modalità telematica fino al 20 dicembre 2021

Le domande per l’ammissione al bando possono essere presentate esclusivamente in modalità telematica a partire dal 1° dicembre 2021 fino al 20 dicembre 2021. Il testo completo del bando con l’elenco completo dei codici ATECO primari ammissibili per i settori manifatturiero, commercio (inclusi i pubblici esercizi), terziario, albo delle imprese agromeccaniche di Regione Lombardia e delle imprese artigiane previste dal Bando sono pubblicati sul sito www.unioncamerelombardia.it.

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Streaming o Tv tradizionale? l’Italia non è ancora pronta al sorpasso

Posted by Massimo Miceli on
Streaming o Tv tradizionale? l’Italia non è ancora pronta al sorpasso

Il vero e proprio boom si è verificato d’utente i lockdown imposti dalla pandemia, quando la vita si svolgeva necessariamente in casa e tutti avevano la necessità di svagarsi il più possibile. Fatto sta che c’è stata una netta accelerazione nei confronti dell’utilizzo di streaming e Smart Tv rispetto la Tv lineai, ovvero la televisione tradizionale. Anche “il guarda quello che vuoi quando vuoi” è per forza il futuro della televisione, ci sono delle differenze fra paese e paese. Negli Stati uniti, ad esempio, la Streaming Tv ha addirittura doppiato quella classica. E in Italia? Il nostro paese sembra andare a due velocità: la visione tradizionale dei programmi è ancora un’abitudine consolidata, però i nostri connazionali hanno accettato anche la nuova rivoluzione dello streaming. Tanto che cresce anche il gaming,  Ncon la Smart TV come strumento del gioco.

Lo scenario della fruizione televisiva nel nostro Paese

Le smart TV dilagano, ma l’Italia rimane ancorata ad una visione tradizionale della tv. E’ il quadro che emerge dai dati raccolti e diffusi da Samsung Ads Europe, la divisione Samsung Electronics dedicata a media e pubblicità, in relazione al periodo della pandemia di covid, tra gennaio 2020 e luglio 2021. L’analisi – che si sofferma sul comportamento degli utenti di smart TV Samsung – ha un respiro internazionale: dagli Usa al Canada, dal Regno Unito alla Germania, dalla Francia alla Spagna fino, appunto, al nostro paese. In generale, la pandemia ha contribuito a far decollare la visione di contenuti in streaming che hanno messo la freccia rispetto alla ‘linear tv’, la visione tradizionale di un programma su un canale. In America, in particolare, il tempo dedicato dagli spettatori alla visione in streaming ha doppiato il modello linear. Nel nostro Paese, la visione tradizionale dei programmi è ancora una prassi, visto che la linear tv pesa in media per 1h52’ al giorno nell’uso dell’apparecchio. Lo streaming, invece, copre 1h32’ in media: l’incremento è del 43% tra giugno 2021 e gennaio 2020, ma la crescita non consente all’Italia di raggiungere la media europea, superiore del 22%.

Un’indicazione preziosa anche per i media planning

“Nel pieno della pandemia, osservando i consumatori modificare i propri comportamenti, l’intero ecosistema Ctv si ponevano una sola domanda: cosa succederà quando tutto – o quasi – tornerà come prima?” ha detto Alex Hole, vicepresidente di Samsung Ads Europe. Per poi aggiungere: “Oggi i dati provano non solo che lo streaming è diventato un’abitudine ben radicata tra le Smart TV Samsung in Italia, ma anche che il tipo di servizio scelto è cambiato. Gli Avod stanno conquistando sempre più telespettatori perché forniscono contenuti di grande qualità senza l’obbligo di abbonarsi a pagamento. Ecco perché i media planner che vogliono raggiungere la persona giusta al momento giusto non possono – e non devono – sottovalutare le potenzialità di questo nuovo media, analizzando e studiando molto attentamente le sue mutevoli dinamiche”.

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Black Friday in arrivo, ecco come accaparrarsi le offerte migliori

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Black Friday in arrivo, ecco come accaparrarsi le offerte migliori

Il Black Friday, tradizione americana che prevede un giorno di fortissimi sconti, è ormai diventato un appuntamento fisso anche in Italia. Per molti si tratta dell’occasione perfetta per portarsi avanti con i regali di Natale, per assicurarsi le novità tecnologiche al miglior prezzo e, perché no, per concedersi qualche sfizio a condizioni vantaggiose. Anche nel nostro Paese sono sempre di più i negozi, sia fisici sia virtuali, che partecipano all’iniziativa proponendo sconti e prodotti ad hoc, con grandissimi vantaggi per chi riesce a comprare alle migliori condizioni. Mentre un po’ tutti iniziamo a pensare a cosa potremmo aver bisogno di comprare, si scaldano i motori per l’edizione 2021, che quest’anno cade il 21 novembre con l’immancabile pioggia di offerte.

Le regole dell’affare perfetto

Per riuscire  spuntare le migliori condizioni, però, conviene prepararsi per tempo con alcuni trucchetti, svelati da MediaWorld, la catena specializzata in elettronica e tecnologia. Ad esempio, e questo è il primo consiglio, conviene iscriversi alle newsletter dei negozi e negli e-commerce che ci interessano per essere sempre informati in tempo reale sull’uscita delle offerte dedicate al Black Friday. Gli utenti registrati, infatti, ricevono nella propria casella mail tutte le ultime novità. Sono in sostanza i primi ad essere informati sugli sconti e le occasioni del Black Friday.  In questo modo, non c’è bisogno di visitare periodicamente gli store on line per sapere cosa è in promozione o cosa non lo è ancora. Il secondo consiglio è quello di “mappare” i punti vendita fisici con un certo anticipo così da identificare i prodotti di proprio interesse, segnarsi il loro prezzo e riuscire a trovarli subito nell’immediato futuro.

Vietato perdere tempo

Per non farsi sfuggire le migliori occasioni e al contempo non farsi travolgere dal loop dello shopping compulsivo (con il pericolo di acquistare oggetti che non servono davvero) è utile stilare una lista dei prodotti che effettivamente si desiderano acquistare ad un prezzo scontato. Infine, la differenza la fa la velocità. Sono infatti i marchi più famosi come Apple, Dyson, Philips, Samsung e gli altri primari brand hi-tech quelli più “gettonati” quando partono le promozioni speciali. Quindi, vietato perdere tempo, altrimenti si rischia di vedersi soffiare sotto il naso i prodotti preferiti che potrebbero esaurirsi prima. E che quindi diventano introvabili ai prezzi più vantaggiosi. 

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Nel primo semestre 2021 l’export del vino supera 3 miliardi di euro

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Nel primo semestre 2021 l’export del vino supera 3 miliardi di euro

Nel primi sei mesi del 2021 l’export italiano di vino supera per la prima volta i 3 miliardi di euro la arriva a 3,3 miliardi di euro. Un valore che proietta le aspettative per questo primo anno post-pandemico oltre la soglia dei 7 miliardi. Si tratta di un record assoluto nella storia dell’industria vinicola italiana, confermato dalle elaborazioni dell’Osservatorio del vino di Unione italiana Vini (Uiv) sui dati Istat del primo semestre di quest’anno. Il vino italiano, insomma, è sempre più bevuto all’estero, e secondo lo studio il rimbalzo delle spedizioni tricolori nel mondo è stato favorito dalla ripresa dei consumi nei principali Paesi clienti. Questo risulta evidente non solo rispetto al 2020, che segna un +16% a valore e un +6% anche nei volumi, arrivando sopra quota 10 milioni di ettolitri, ma anche sulla media del triennio 2015/2018, ovvero nel periodo pre-Covid. 

Spumanti, +75% negli Usa

In particolare, nel primo semestre del 2021, il segmento dei vini confezionati eguaglia le performance del 2019 (+6%), mentre gli spumanti ‘girano’ a regimi più che raddoppiati, con ritmi straordinari negli Usa e in Germania. Negli Stati Uniti, infatti, gli spumanti italiani segnano +75% sulla media 2015/18, contro +45% della Francia. Sui vini confezionati, invece, sempre in rapporto alla media del periodo pre-pandemia, negli Usa il 2021 segna +12% contro +2% del 2019, in Germania +18% contro +5%, e in Canada +19% contro +4%.

Va un po’ meno bene in Uk e Giappone

Debolezze diffuse invece in UK, dove si riscontra un peggioramento rispetto ai ritmi già negativi del 2019 (-8% contro -4%), e Giappone, dove si scende in terreno leggermente negativo contro una crescita del 12% registrata prima dello scoppio della pandemia.
Per il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, “Ora è necessario assecondare questa crescita, anche attraverso l’ausilio della promozione e del nuovo plafond di 25 milioni di euro ai nastri di partenza entro l’autunno”.

Tutti i principali segmenti ad alto valore aggiunto segnano valori positivi 

Quanto ai dati di confronto annuo, grazie a un balzo poderoso registrato soprattutto tra aprile e giugno, tutti i principali segmenti ad alto valore aggiunto segnano crescite. I vini spumanti salgono a +26% (780 milioni di euro), i vini frizzanti superano la soglia dei 200 milioni (+3%), e i vini fermi confezionati crescono del +16%, con il top dei rossi a denominazione che segnano +23% (860 milioni di euro). In regresso risultano solo i bag-in-box (-7%), vini che avevano fortemente beneficiato dalle restrizioni imposte dai lockdown nel 2020, e gli ‘sfusi’, che soffrono della impietosa concorrenza spagnola sulle principali destinazioni.

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Estate 2021, prodotti tipici come souvenir delle vacanze

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Estate 2021, prodotti tipici come souvenir delle vacanze

Durante l’estate 2021 oltre un italiano su 2, il 53%, ha acquistato prodotti tipici a sagre e manifestazioni enogastronomiche. Tanto che quest’anno i souvenir preferiti dagli italiani di ritorno dalle vacanze sono proprio i prodotti tipici locali. Dopo i limiti imposti per lungo tempo dalla pandemia si evidenzia quindi la tendenza dei vacanzieri a gratificarsi con l’acquisto delle specialità regionali per prolungare tra le mura domestiche le esperienze enogastronomiche vissute, magari facendole assaggiare anche ad amici e parenti. E se nella seconda estate del Covid, solo il 13% degli italiani è tornato a mani vuote dalle ferie, la pandemia spinge verso le spese utili e i prodotti tipici vincono su tutte le altre scelte. Al secondo posto tra i souvenir delle vacanze si classificano i prodotti artigianali, e al terzo gadget, portachiavi, e magliette. Lo rileva un’indagine Coldiretti/Ixè divulgata dopo il ritorno della grande maggioranza degli italiani nelle proprie case.

Formaggi, salumi, vino e olio extravergine d’oliva

Tra le specialità più acquistate durante le ferie primeggiano i formaggi, davanti a salumi, vino e olio extravergine d’oliva. Va forte però anche il “ricordo virtuale”, con quasi un italiano su cinque (19%) che sui social posta sempre, o spesso, fotografie dei piatti consumati al ristorante o preparati in cucina durante le vacanze estive. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza recente, sottolinea la Coldiretti, favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, aziende e mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Visitare frantoi, malghe o mercati degli agricoltori locali

Il 59% degli italiani in vacanza nel Belpaese, precisa la Coldiretti, ha deciso di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometro zero, direttamente dai produttori, e così ottimizzare il rapporto prezzo/qualità. Secondo l’indagine Coldiretti/ Ixè, un ruolo importante in tutto ciò è rappresentato dai piccoli borghi, dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.

La spesa principale delle famiglie in ferie è destinata all’enogastronomia

La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia, leader del turismo enogastronomico e con l’agricoltura più green d’Europa. Oltre a 316 specialità a indicazione geografica riconosciute a livello comunitario, e 415 vini Doc/Docg, 5266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, l’Italia conferma anche la leadership nel biologico, con più di 80 mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica. La tavola si classifica quindi come la voce principale del budget delle famiglie in ferie in Italia, con circa un terzo del totale destinato al consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquisti di cibo di strada, specialità enogastronomiche o, appunto, souvenir.

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Aziende a caccia di eCommerce manager

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Aziende a caccia di eCommerce manager

L’eCommerce ha vissuto un vero e proprio boom a partire dallo scoppio della pandemia di Covid-19 e il trend non accenna a fermarsi. Come confermano i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C – Netcomm School of Management del Politecnico di Milano, nel 2020 in Italia gli acquisti online sono aumentati del 3,4% e hanno raggiunto i 32,4 miliardi di euro. Per l’anno in corso, le stime parlano di una crescita complessiva del 19% del settore eCommerce B2C, ribadito a sua volta dal recente report di Idealo che ha evidenziato come in Italia, solo nei primi sei mesi del 2021, 5 italiani su 6 concludono in media almeno un acquisto online una volta al mese. Si tratta di un aumento del  5% rispetto a quello registrato nel 2020.

Investimenti sul commercio elettronico

La mutata realtà ha portato anche tantissime aziende a investire su questo canale, prima ritenuto non necessario da molti venditori. Negli ultimi mesi si è infatti assistito ad un processo di digitalizzazione sempre più rapido che ha spinto aziende, pmi e brand ad investire maggiormente sull’eCommerce, alla luce dei cambiamenti dei consumatori oggi sempre più propensi agli acquisti online. Di fatto anche i retailer più piccoli e all’inizio più scettici, hanno alla fine accelerato la creazione di un eCommerce supportata da una comunicazione strategica online e andando così incontro alle nuove esigenze dei clienti.

Si cercano nuove figure professionali

Ovviamente l’exploit dell’eCommerce ha portato al bisogno di nuove figure professionali capaci di creare e far crescere i canali di vendita on line. Questo trend, che non sembra arrestarsi, si sta traducendo in una domanda sempre maggiore da parte del mercato del lavoro della figura dell’eCommerce Manager, oggi tra le più richieste. Su Linkedin ad esempio solo a luglio 2021 si sono registrate oltre 1.000 offerte di lavoro in Italia per eCommerce Manager. Ma che caratteristiche deve avere questa figura? Spiega Marco D’Oria, direttore dell’Accademia del Marketing Digitale Cama, che ha lanciato un percorso formativo proprio su questo ruolo: “Si tratta di un marketer caratterizzato da una formazione a T, verticale su un settore, ma anche con una visione a 360 gradi su più aree d’azione interne di un’azienda. È una figura nuovissima, figlia di questo processo di digitalizzazione in atto sempre più rapido, molto richiesta quanto ancora difficile da trovare data l’assenza di corsi universitari strutturati appositamente”. Secondo  D’Oria, “è un ruolo che deve necessariamente saper coniugare i rudimenti del marketing con una determinata attitudine al project management e al coordinamento dei diversi team. L’eCommerce Manager infatti supervisiona non solo il corretto funzionamento della piattaforma e-commerce ma anche di tutti gli aspetti corollari ad esso: dalla strategia di comunicazione a quella legata alla vendita, dalla logistica e gestione delle spedizioni e lo stoccaggio della merce fino al customer service e quindi tutto il processo di comunicazione con il cliente sia prima che dopo la vendita”. 

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Giochi Olimpici, insieme alla fiaccola si accendono… le frodi online

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Giochi Olimpici, insieme alla fiaccola si accendono… le frodi online

Dopo una lunghissima attesa, sono finalmente iniziate le Olimpiadi estive di Tokyo 2020. E, per la prima volta, le competizioni si svolgeranno senza pubblico, così da ridurre al minimo i rischi di contagio legati alla diffusione del Covid-19. Tuttavia, avvisano gli esperti, questa attenzione alla sicurezza “fisica” potrebbe invece avere delle ripercussioni sugli attacchi informatici, che si sposteranno ovviamente sull’online sfruttando l’entusiasmo e l’eco dei Giochi.  Gli analisti di Kaspersky hanno infatti individuato diversi schemi di frode online collegati direttamente alle Olimpiadi analizzando i siti web di phishing relativi ai Giochi progettati per rubare le credenziali degli utenti. I ricercatori di Kaspersky hanno scoperto pagine web false che offrono la visione di vari eventi olimpici in streaming, siti che vendono biglietti per competizioni che non avranno spettatori, finti giveaway e persino la prima valuta virtuale falsa dei Giochi Olimpici. Ecco rischi che si corrono e come mettersi al sicuro da possibili attacchi.

Streaming e biglietti falsi

“Il numero più alto di spettatori che dagli stadi si sposteranno online ha favorito la nascita di varie pagine di phishing che offrono la visione dei Giochi Olimpici in streaming. Alcune di queste pagine richiedono una registrazione prima di poter guardare la diretta. Di solito, una volta che l’utente immette le proprie credenziali, viene reindirizzato a una pagina contenente file dannosi che hanno l’obiettivo di installare malware sui dispositivi degli utenti e permettere ai criminali informatici di acquisire le loro informazioni personali e utilizzarle per scopi fraudolenti o venderle nel Dark Web” avvisa la società di sicurezza informatica. Ma c’è anche un altro pericolo, legato a biglietti falsi che sono stati comunque commercializzati anche se non si può assistere dal vivo: esistono addirittura siti che offrono   rimborsi per i ticket già acquistati.

Finte pagine di organizzazioni ufficiali, autorità e pure valuta

Occhi anche a quelle che sembrano pagine ufficiali: gli esperti hanno infatti scovato esempi di pagine di phishing mascherate da organizzazioni olimpiche ufficiali come ad esempio un sito web ufficiale per le Olimpiadi di Tokyo 2020 e una finta pagina del Comitato Olimpico Internazionale. Quest’ultima, ad esempio, raccoglie le credenziali dei servizi Windows degli utenti. Ci sono poi diverse pagine (sempre finte) che promettono omaggi legati all’evento pubblico che non arriveranno mai. L’esempio più recente è un sito di piscina che dà la possibilità di vincere una TV a fronte del pagamento di una tassa di consegna… Inutile dire quale sia le fine della vicenda. Infine, gli analisti hanno addirittura trovato un falso fondo a sostegno degli atleti olimpici. Se un utente acquista il token, i truffatori offrono di sostenere economicamente gli sportivi bisognosi in tutto il mondo. Insomma, i rischi per chi si avvicina a queste pagine con leggerezza ci sono, eccome. Le regole per proteggersi sono sempre le stesse: controllare sempre le URL e l’autenticità dei siti web. 

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Regione Lombardia promuove gli investimenti esteri

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Regione Lombardia promuove gli investimenti esteri

La Regione Lombardia guarda oltre i confini nazionali e soprattutto aiuta gli operatori di tutto il mondo a investire nel territorio più produttivo d’Italia. In particolare, la Giunta ha definito i criteri della manifestazione di interesse per la mappatura delle opportunità di insediamento e di investimento in Regione. “Con il lancio della manifestazione d’interesse Regione Lombardia intende costruire un’offerta di investimento ampia e strutturata da presentare agli investitori esteri, quale leva per la ripresa socio-economica post pandemia e per la tenuta del posizionamento competitivo del territorio lombardo sul piano internazionale” si legge in una nota. 
“La Lombardia – ha detto l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi “è la Regione più attrattiva d’Italia e vogliamo continui ad essere meta privilegiata per gli investitori esteri. Questa iniziativa vuole dare un’opportunità concreta a chi vuole venire ad investire in Lombardia”.

Due tipologia d’offerta

Le tipologie d’offerta sono due. La prima riguardante le aree edificabili ed edifici esistenti quali opportunità di insediamento per attività di tipo prevalentemente economico e comprendenti sia le aree pronte all’uso sia le aree e gli immobili dismessi. La seconda rivolta a progetti di riqualificazione e/o di sviluppo urbano strategici per il territorio quali opportunità di investimento. Per entrambe le tipologie di offerta potranno essere candidate opportunità di proprietà pubblica e/o privata, in questo secondo caso previa attivazione di una procedura ad evidenza pubblica. Per dare accesso a tute le informazioni, nasce anche la piattaforma digitale www.investinlombardy.com dove saranno pubblicati opportunità e progetti. Allo stesso tempo, verranno attivati a livello nazionale e internazionale eventi, meeting, conferenze, convegni, fiere, campagne di comunicazione, editoria a supporto di questa operazione.

Le categorie degli insediamenti

Per quanto concerne le opportunità di insediamento queste sono le funzioni ammesse: produttivo, direzionale, turistico-ricettivo, logistica e trasporti, istruzione e formazione, residenziale per studentati, strutture sanitarie, assistenziali e/o ospedaliere e residenziale per anziani e impianti sportivi. I siti, di proprietà pubblica o privata, potranno essere candidati da: i Comuni (singoli o in aggregazione) Comunità Montane, Province, Città Metropolitana.

Valori degli investimenti

Il valore minimo dell’investimento, comprensivo dei costi di acquisizione dell’area e dei costi di realizzazione del progetto, sarà pari o superiore a 10 milioni di euro ad eccezione di progetti inerenti edifici storici e di particolare pregio, che potranno essere ammessi anche se di valore inferiore; superficie lorda di pavimento pari o superiore a 8.000 mq, ad eccezione di progetti inerenti edifici storici e di particolare pregio, che potranno essere ammessi anche se di superficie inferiore.

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Lavoro e pandemia, giovani demotivati. In Italia peggio che in Europa

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Lavoro e pandemia, giovani demotivati. In Italia peggio che in Europa

Durante l’anno della pandemia il 39% dei dipendenti europei ha avuto difficoltà a trovare la giusta motivazione al lavoro, e circa la metà dei lavoratori più giovani, quelli tra i 18 ai 34 anni, ha sofferto di un vero e proprio blocco motivazionale. E in Italia è ancora peggio. Nello stesso periodo, infatti, rispetto ad altri Paesi europei, nel nostro Paese si è avvertita più forte la percezione di una riduzione delle possibilità di ottenere nuove responsabilità e acquisire nuove skill. La pensa così il 49% dei lavoratori italiani. Si tratta di alcuni risultati di una ricerca condotta da Yonder per Workday, la società per le applicazioni aziendali cloud nella gestione finanziaria e le risorse umane, sull’impatto della pandemia nella vita lavorativa. La ricerca è stata condotta tra ottobre e novembre 2020, ovvero nella seconda fase della pandemia, attraverso la rilevazione di 17.054 sondaggi online effettuati a dipendenti di livello inferiore a quello di direttore, che lavorano in un’organizzazione con più di 250 dipendenti di nove Paesi europei.

Nel 2020 si sono ridotte le possibilità di ottenere nuove responsabilità e skill

Da quanto emerge dallo studio, rispetto al resto d’Europa, in Italia coloro che hanno maggiormente sofferto l’impatto emozionale della pandemia sul posto di lavoro sono le persone più giovani: la percentuale italiana del 49% si confronta infatti con una media europea del 38%. Il 54% dei giovani dipendenti ha dichiarato, inoltre, di credere che le sue possibilità di ottenere nuove responsabilità e skill nel 2020 si siano ridotte, mentre i lavoratori più anziani sono più portati a considerare egoistico, in questo momento, pensare alla carriera.

I dipendenti come percepiscono la risposta della leadeship alla crisi?

Ma come è stata percepita da parte dei dipendenti la risposta della leadership? I leader italiani, stando alle risposte fornite a Yonder, sono in linea con i risultati europei. Per il 51% dei lavoratori la leadership ha una visione chiara sul futuro a lungo termine dell’azienda, per il 49% i senior manager hanno dimostrato una leadership chiara, hanno fornito risorse sufficienti per permettere di offrire ai clienti un buon servizio, e hanno lavorato in gruppo e informato. Questo ha fatto sì che il 53% dei lavoratori abbia compreso il ruolo che giocherà nel futuro dell’azienda, anche se solo il 28% si è sentita parte delle decisioni della leadership, un dato in linea con i Paesi europei.

C’è chi pensa di cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi 

Nei prossimi 12 mesi in Italia, però, il 22% dei dipendenti dichiara che probabilmente cercherà un nuovo datore di lavoro. E la percentuale sale al 33% nei giovani di 18-34 anni. Il 23% dei dipendenti dichiara, invece, che probabilmente cercherà un nuovo posto di lavoro dopo la pandemia. Le maggiori motivazioni per cui i lavoratori stanno pensando di cambiare posto di lavoro, riporta Adnkronos, sono ottenere una migliore formazione e più opportunità di crescita, auspicate dal 39% degli intervistati, ottenere una paga migliore (37%), un ruolo più interessante (31%), o un livello professionale più alto (26%).

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Mi costi, ma quanto mi costi? 126 euro l’anno per la telefonia mobile

Posted by Massimo Miceli on
Mi costi, ma quanto mi costi? 126 euro l’anno per la telefonia mobile

In media, gli italiani spendono 126 euro l’anno per il cellulare. Il dato relativo alla spesa per le tariffe di telefonia mobile emerge dall’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale. 

Chi spende di più e chi spende di meno

In realtà, in base ai dati raccolti emerge che il 17% dei rispondenti, pari a circa 5,1 milioni di individui, spende decisamente meno, cioè 72 euro l’anno; solo per il 5% dei clienti il costo supera i 240 euro annui. Tra i dati che saltano all’occhio, la correlazione tra prezzo medio e fascia anagrafica. La bolletta più pesante è infatti quella dei 65-69enni (156 euro l’anno) e quella dei 70-74enni (138 euro), probabilmente perché meno abituati a destreggiarsi tra le offerte degli operatori. A riprova di questo, i campioni del risparmio risultano essere i 25-34enni e i 35-44enni, che in media, rispettivamente, spendono 119 euro e 115 euro l’anno. 

Traffico dati, la media è di 41,7 GB

Per quanto riguarda il traffico dati, dalla ricerca emerge che gli italiani possono contare in media su 41,7 GB al mese. E se, da un lato, l’11% del campione dispone di solo 5 o meno GB al mese, dall’altro ci sono 3,4 milioni di italiani che hanno offerte con traffico dati superiore ai 70 GB mensili. Nonostante un volume di dati mediamente importante, non sempre i GB a disposizione sono sufficienti; il 20% dei rispondenti, pari a circa poco meno di 6 milioni di individui, dichiara di fare fatica ad arrivare a fine mese e per questo deve centellinare l’uso dei dati, per non finirli. 

Due cellulari per 7,3 milioni di italiani

Gli italiani amano il cellulare, si sa. E non ne possono fare a meno. L’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat evidenzia che in media ogni italiano ha 1,3 telefoni cellulari a testa. Questo non solo significa che la quasi totalità della popolazione ha un dispositivo mobile, ma anche che 7,3 milioni ne hanno 2 e ben 1,7 milioni ne possiedono 3 o più.
Un altro dato interessante è l’età del primo cellulare. L’indagine ha messo in luce come negli ultimi 20 anni, cioè da quando i telefonini sono diventati prodotti di massa, l’età in cui se ne entra in possesso sia costantemente calata. Se i quarantacinquenni di oggi hanno ricevuto il primo cellulare intorno ai 23-24 anni, i venticinquenni lo hanno avuto a 14 anni e i diciottenni addirittura a 12 anni. Ed è facile immaginare che l’età media continuerà ad abbassarsi  in futuro.