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Il cibo? Gli italiani lo vogliono sicuro

Posted by Massimo Miceli on
Il cibo? Gli italiani lo vogliono sicuro

Si sa che per gli italiani il cibo sia un’assoluta priorità. Per fortuna, anche in anni difficili come lo sono stati quelli della pandemia, gli agricoltori di casa nostra hanno saputo garantire la continuità delle forniture di cibo salutare e sicuro, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla lotta al riscaldamento globale. I nostri connazionali riconoscono questo valore, come sottolinea il secondo numero dell’Osservatorio Enpaia-Censis “L’agricoltura italiana nelle nuove sfide”. 

Il ruolo delle imprese agricole

Ma agli imprenditori dell’agricoltura viene chiesto molto, anche aspetti che apparentemente esulano dal loro core business. Per il 54% degli italiani infatti, gli imprenditori agricoli devono garantire la disponibilità di cibo sicuro, sano, sostenibile e di alta qualità; per il 29% la tutela del benessere degli animali allevati; per il 24% la promozione della vita nei luoghi rurali e nelle campagne; per il 19% un’offerta articolata di cibo di qualità; per il 16% la sua fornitura in modo stabile in ogni situazione. Insomma, tanti ruoli che vanno ben oltre la coltivazione o l’allevamento.

Il 96% degli italiani apprezza

Tutto questo impegno è però riconosciuto. L’agricoltura e i suoi protagonisti, riferisce Italpress, hanno visto rinforzare la loro social reputation, il grado di fiducia sociale nei loro confronti, a testimonianza di un’azione efficace e apprezzata: il 96% degli italiani ritiene che l’agricoltura sia molto o abbastanza importante per il nostro futuro. Il 74%, inoltre, è convinto che gli agricoltori abbiano già dato un contributo importante nella lotta al riscaldamento globale, quota più alta di 16 punti percentuali rispetto al dato medio europeo. L’impatto dei costi più alti per il cibo tocca sia i prodotti agricoli subito utilizzabili sia quelli processati dell’industria alimentare.

Un settore da non “lasciare solo”

“Nelle attuali difficoltà resta alta la fiducia degli italiani nell’agricoltura, perchè garantisce gli approvvigionamenti anche nelle situazioni estreme, è impegnata, da tempo, nella lotta al riscaldamento globale e il buon cibo italiano contribuisce al benessere delle persone” ha dichiarato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. “In questa fase, poi, di fronte al decollo dei costi di energia e materie prime, è essenziale non lasciare sole le imprese agricole, perchè la loro crisi avrebbe costi sociali altissimi”.

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Moda sostenibile e connessa: la vogliono i consumatori

Posted by Massimo Miceli on
Moda sostenibile e connessa: la vogliono i consumatori

Oggi i consumatori si aspettano esperienze e servizi che li aiutino a contribuire a coltivare abitudini sostenibili con i marchi e i prodotti di moda. Al contempo, cresce rapidamente il numero di prodotti connessi, e i consumatori sono sempre più propensi a scannerizzare etichette con lo smartphone per accedere a contenuti e servizi digitali. Insomma, la cultura dell’usa e getta non va più di moda. Tanto che secondo lo studio di Certilogo, la sostenibilità di un prodotto influenza le scelte d’acquisto. E la richiesta di trasparenza è esplicita anche da parte dei consumatori, soprattutto dei Millennial, i più attenti a fare acquisti ‘amici dell’ambiente’: 3 su 4 dichiarano di preoccuparsene molto, rispetto a 6 su 10 tra i Gen Z.

L’importanza delle certificazioni ‘green’

Inoltre, il 93% dei consumatori ritiene che i prodotti che offrono l’accesso a servizi legati alla sostenibilità siano utili, e 1 su 5 ritiene estremamente importanti le certificazioni ‘green’. Le nuove normative nell’ambito della Direttiva Europea sui Tessili Sostenibili e Circolari obbligheranno infatti i marchi della moda a dotare i prodotti di una identità digitale e un passaporto digitale del prodotto in grado di informare i consumatori dell’impatto ambientale del loro acquisto. E ora che i consumatori aspirano a divenire più responsabili sono sempre più interessati a recuperare il massimo valore possibile dai loro acquisti. Oltre il 70% dei consumatori si aspetta di recuperare in parte il valore del prodotto, e la rivendita sembra il metodo più popolare (35,6%). Inoltre, il 16,3% restituirebbe più volentieri il prodotto al brand produttore affinché lo ricicli in cambio di un riconoscimento del suo valore in qualche forma.

Parole d’ordine, autenticità e circolarità

Ma anche sapere che un prodotto è autentico e legittimo è fondamentale per i consumatori, che considerano l’autenticazione il servizio di sostenibilità più utile in assoluto quando si collegano a un prodotto connesso. Questi nuovi comportamenti dall’impronta ‘green’ possono essere sfruttati in maniera lungimirante dai brand per creare una relazione nuova, vera e reciprocamente proficua con i clienti. Ad esempio, i servizi che estendono la vita del prodotto possono ridurre lo spreco, nonché la produzione di articoli non indispensabili: come quelli di cura e di riparazione, richiesti da più del 40% dei consumatori. Perché i servizi che abilitano la circolarità aiutano a ridurre i rifiuti e l’impiego di materie prime.

Ridurre l’impatto sociale e ambientale dell’industria fashion

Per massimizzare sostenibilità e rilevanza, i brand devono quindi superare i confini dello storytelling, offrire esperienze che vadano oltre ‘il racconto delle iniziative green’, e riconoscere il ruolo fondamentale che i consumatori devono giocare per ridurre l’impatto sociale e ambientale dell’industria fashion. I brand che mancheranno di intraprendere i passi giusti verso la sostenibilità, e che non sapranno creare una connessione diretta e duratura con i loro clienti, rischiano di vedersi puniti dai consumatori, oltre che dagli enti regolatori europei e americani.

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Come far passare la sciatica?

Posted by Massimo Miceli on

Per sciatica intendiamo quel dolore che a tutti sarà capitato almeno una volta di avvertire nelal parte bassa della schiena, in particolare lungo il nervo sciatico.

Questa sensazione di dolore è in grado di protrarsi fino alle gambe ed è per questo comunemente chiamata anche sciatalgia.

Sebbene esistano diverse forme di sciatica, possiamo dire che tutte sono accomunate da un dolore localizzato di intensità variabile.

Quali sono le cause della sciatica?

Solitamente ad originare una sciatica può esserci una postura errata che assumiamo quotidianamente, un movimento brusco e improvviso, una ernia discale o eccessiva sedentarietà.

Sono queste di norma le cause per le quali più spesso si va a presentare la sciatica, e più o meno tutti conosciamo bene il fastidio che si prova in quei giorni in cui tale problema si presenta.

Per fortuna ci sono tante cose che possiamo fare per lavorarci su e far scomparire questo dolore nell’arco di qualche giorno, vediamo quali di seguito.

Come curare la sciatica?

Certamente ci sono delle cose che possiamo fare per curare la nostra sciatica. Dato che si tratta di una infiammazione del nervo sciatico, la cosa più logica da fare è assumere degli antinfiammatori così da andare a calmare questo stato di dolore.

Può rappresentare un sollievo per il paziente anche il posizionare del ghiaccio sopra la parte interessata per qualche minuto, o alternare direttamente degli impacchi caldi con altri freddi.

Un altro toccasana in caso di sciatica è quello di rivolgersi ad un fisioterapista o massoterapista che possa effettuare dei massaggi mirati per calmierare lo stato infiammatorio. Tanti professionisti seguono proprio degli specifici corsi di massoterapia per specializzarsi nel trattare tutte quelle criticità che riguardano la schiena e tra queste certamente anche la sciatica.

Molto importante inoltre è assumere nel corso della giornata una posizione che non vada a sollecitare o schiacciare il nervo sciatico ma che al contrario gli consenta di riposare e rigenerarsi.

In alcuni casi può essere preferibile anche fare del nuoto così da lavorare in sospensione senza sovraccaricare il muscolo sciatico.

Cosa è sconsigliato quando si ha la sciatica?

Ci sono certamente delle cose che è bene non fare quando si ha la sciatica, per evitare di peggiorare la situazione.

Una tra queste è certamente quella di applicare elementi caldi o freddi direttamente sulla pelle. Meglio invece avvolgerli in un panno, così da evitare il contatto diretto sulla pelle.

È bene inoltre evitare di rimanere diverse ore distesi sul letto, ma al contrario una passeggiata può essere di aiuto. Chiaramente in quei giorni in cui si presenta la sciatica è bene evitare qualsiasi tipo di attività fisica particolarmente stressante per il corpo o andare a sollevare eventuali carichi pesanti.

Come in tutte le cose, è bene evitare anche di assumere un numero eccessivo di antinfiammatori e al contrario in questo caso è meglio sempre chiedere un parere al proprio medico curante.

Esistono dei rimedi naturali per la sciatica?

Di norma possiamo dire che i rimedi naturali per la sciatica più efficaci sono il riposo e l’applicazione di impacchi caldi e freddi sulla zona interessata.

Anche una piccola passeggiata, ripetuta più volte nel corso della giornata, può aiutare a velocizzare i tempi di recupero.

Per quel che riguarda eventuali prodotti che possono essere assunti per curare la sciatica ricordiamo l’arnica montana,  la quale ha notevoli proprietà antinfiammatorie, la lavanda dalle notevoli proprietà antinevralgiche, e l’applicazione di fanghi termali i quali hanno capacità antinfiammatoria superficiale.

In breve

Dunque la sciatica è una sintomatologia che a tutti può capitare nella vita e che è possibile curare anche nell’arco di un paio di giorni, avendo attenzione di osservare il giusto riposo e apportando quei piccoli rimedi, anche casalinghi, che hanno una grande efficacia.

Articoli utili

Aumento prezzi: gli italiani “tagliano” il carrello della spesa

Posted by Massimo Miceli on
Aumento prezzi: gli italiani “tagliano” il carrello della spesa

L’aumento record dei prezzi causa dei rincari energetici e gli effetti della guerra in Ucraina riducono il potere d’acquisto dei cittadini. Così, il 51% degli italiani o su due è costretto a tagliare la spesa nel carrello, e un altro 18% si orienta verso prodotti low cost per arrivare a fine mese riducendo la qualità degli acquisti. Ma c’è un 31% che non ha modificato le abitudini di spesa. È quanto emerge dai risultati dell’indagine condotta sul sito coldiretti.it.

Prodotti alimentari: si spende il 3,1% in più per acquistare il 3% in meno
La situazione varia da prodotto a prodotto. Ad esempio, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, crollati nel 2022 dell’11%, scendendo a 2,6 milioni di tonnellate (dati Cso Italy/Gfk Italia I semestre). Un taglio destinato nel tempo ad avere un impatto anche sulla salute, se si considera che la soglia minima di frutta e verdure fresche da mangiare al giorno, raccomandata dall’Oms per una dieta sana è di 400 grammi.
Dall’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo semestre 2022, risulta però che gli italiani hanno speso per i prodotti alimentari il 3,1% in più, per acquistare una quantità ridotta del 3%. Ulteriore evidenza è un vero boom dei discount alimentari, che mettono a segno un aumento delle vendite del +9%.

A rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone
Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto gli oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità. È la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero sempre più crescente di famiglie. L’esplosione di costi ha poi un impatto devastante dal campo alla tavola, in un momento in cui prima la siccità e poi il maltempo ha devastato i raccolti, con perdite stimate a 6 miliardi di euro (il 10% della produzione nelle campagne), dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, e secondo il Crea oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.

Colpita tutta la filiera agroalimentare
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Ma gli aumenti riguardano l’intera filiera alimentare: il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, il tetrapack +15%, le etichette +35% eccetera. Una situazione, quindi, destinata a esplodere in autunno, colpendo una filiera agroalimentare da 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.