Intelligenza artificiale: nuove regole europee imposte al mercato
Con l’approvazione dell’IA Act, la normativa sull’Intelligenza artificiale, l’Europa è la prima a dettare una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi della nuova tecnologia in base ai diversi livelli di rischio identificati.
Tra i divieti delle pratiche di AI che comportano un rischio inaccettabile per i diritti fondamentali, sono inclusi i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili, il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole, il social scoring, le tecniche manipolative, e le pratiche di polizia predittiva.
In alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge le forze dell’ordine potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, altrimenti vietati. L’identificazione in tempo reale potrà essere usata solo se saranno rispettate garanzie rigorose.
Sostegno all’innovazione e sanzioni
La legge europea promuove regulatory sandboxes e real-world-testing, istituite dalle autorità nazionali per sviluppare e addestrare i sistemi di Intelligenza artificiale innovativa prima dell’immissione sul mercato.
A seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda, saranno comminate multe che possono andare da un minimo di 7,5 milioni di euro o l’1,5% del fatturato, fino a 35 milioni di euro, o il 7% del fatturato globale.
L’impatto sul lavoro
Secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia il mercato dell’AI nel 2023 ha segnato +52% raggiungendo il valore di 760 milioni di euro. Da qui a 10 anni le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone. E 6 grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato qualche progetto di AI.
“Nel valutare il reale impatto sul lavoro bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche – commenta Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio -. In questa prospettiva, la possibile automazione di 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti appare quasi una necessità per ribilanciare un enorme problema”.
Cosa ne sanno gli italiani?
Gran parte degli investimenti nel nostro Paese riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati al 5% i progetti di AI generativa.
Il 77% degli italiani (+4% sul 2022) guarda con timore all’AI, soprattutto in relazione ai possibili impatti sul mondo del lavoro. Tuttavia, solo il 17% è fermamente contrario al suo ingresso nelle attività professionali. Nel 2023 quasi tutti gli italiani (98%) hanno sentito parlare di AI, e più di uno su quattro (29%) ne ha una conoscenza medio-alta.
Inoltre, un italiano su quattro dichiara di aver interagito almeno una volta con il ChatGPT.