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Lavoro, record di nuovi occupati: +471 mila rispetto al periodo pre-Covid

Posted by Massimo Miceli on
Lavoro, record di nuovi occupati: +471 mila rispetto al periodo pre-Covid

Il mercato del lavoro italiano sta vivendo un periodo estremamente positivo, caratterizzato da record storici di occupazione, un aumento dei contratti a tempo indeterminato e un incremento significativo del personale altamente qualificato.

Nel 2023, il numero di occupati in Italia ha raggiunto un picco di 23,6 milioni di persone, con un aumento di 471 mila rispetto al periodo pre-Covid. Questo incremento, riferisce un’analisi della CGIA di Mestre, è stato particolarmente evidente nel Mezzogiorno, che ha registrato un aumento percentuale del +3,5%, con 213 mila nuovi occupati. Le previsioni indicano che il totale degli occupati è destinato a crescere ulteriormente, avvicinandosi ai 24 milioni entro il 2025.

L’84% dei lavoratori dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato

L’84% dei lavoratori dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato, evidenziando una maggiore stabilità nel mercato del lavoro. Rispetto al periodo pre-pandemico, il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato è aumentato del 5%, con un incremento di 742 mila unità.

Cresce la domanda di personale qualificato

Inoltre, c’è stata una crescente domanda di personale altamente qualificato, con un aumento del 5,8% (+464 mila persone) nel 2023. Questo gruppo rappresenta il 96,5% dei nuovi posti di lavoro creati nell’ultimo anno, indicando una tendenza verso ruoli sempre più specializzati.

Le principali criticità

Nonostante questi risultati positivi, persistono alcune criticità nel mercato del lavoro italiano. Il tasso di occupazione rimane basso, con l’Italia fanalino di coda tra i paesi dell’Area dell’Euro. Inoltre, i lavoratori autonomi hanno registrato un calo rispetto al 2019, sebbene ci sia stato un lieve aumento nell’ultimo anno.

Anche i livelli retributivi rimangono inferiori rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, a causa di una bassa produttività del lavoro e di un tasso di NEET elevato. Tuttavia, ci sono segnali positivi di ripresa, soprattutto al Sud, dove alcune regioni hanno registrato significativi incrementi occupazionali.

Conclusioni

In generale, il mercato del lavoro italiano mostra segni di miglioramento, ma è necessario affrontare le sfide rimanenti per garantire una crescita sostenibile e inclusiva. Le buone notizie riguardano in particolare modo le regioni del Mezzogiorno, che hanno registrato incrementi occupazionali significativi, con la Puglia in testa con un aumento del 6,3% rispetto al 2019.

D’altro canto, alcune province della Sardegna, della Sicilia e delle Marche hanno registrato invece una contrazione occupazionale.

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Sostenibilità e cybersicurezza, le due facce della stessa medaglia

Posted by Massimo Miceli on
Sostenibilità e cybersicurezza, le due facce della stessa medaglia

La Fondazione per la Sostenibilità Digitale, insieme a Gyala, ha sviluppato una  ricerca dal titolo ‘Sostenibilità e Cyber Security’, che ha evidenziato le interconnessioni tra questi due temi cruciali.

In un’epoca in cui il digitale si intreccia con ogni aspetto della vita, diventa fondamentale comprendere come ogni azione online possa avere ripercussioni in un mondo offline i cui contorni sono sempre meno netti. “Questa realtà incrementa esponenzialmente quella che viene definita superficie d’attacco dei sistemi informatici, rendendo la cybersecurity una componente essenziale di ogni strategia di digitalizzazione – commenta Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale -. Allo stesso tempo, ci troviamo di fronte all’ineludibile necessità di agire, nella gestione di tali sistemi e grazie a tali sistemi, in modo sostenibile: una necessità che coinvolge ogni livello della società, dalle aziende ai governi fino ai singoli cittadini”.

In che modo si intrecciano due temi cruciali della modernità

La ricerca analizza come la sicurezza online possa convergere con gli obiettivi di sostenibilità, abbracciandone gli aspetti ambientali, economiche e sociali in due dimensioni. Da una parte, facendo della sicurezza informatica un elemento atto a garantire la sostenibilità, ad esempio, di infrastrutture critiche, reti di distribuzione, servizi al cittadino) dall’altra, guardando a essa come qualcosa da gestire secondo criteri di sostenibilità. Si pensi, ad esempio, alla potenziale invasività degli strumenti di monitoraggio dei comportamenti degli utenti, o alle modalità di conservazione dei dati sensibili.

Lo studio si basa sulle opinioni di oltre 100 professionisti del settore, da esperti in sicurezza informatica a docenti universitari, passando per ricercatori e responsabili dell’innovazione.

Gli ambiti di maggiore impatto

Sono tre gli ambiti di maggiore importanza, ognuno dei quali incide significativamente su più di metà degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti da Agenda 2030.
Il primo riguarda l’’rmonizzazione tra la dimensione digitale dei sistemi (IT) e quella fisica, definita OT, da ‘operational technology’.

In altri termini, sempre più spesso sistemi informatici governano apparati fisici. È necessario quindi sviluppare processi di integrazione tra questi due mondi. Questa sinergia è considerata essenziale per la tutela dell’ambiente, la resilienza delle infrastrutture critiche e il loro valore economico, con un impatto notevole nel settore sanitario e in quello energetico. In particolare, per la gestione delle smart grid e delle fonti rinnovabili.

Anche proteggere i dati personali è un obbligo etico

Il secondo tema critico è la privacy. In un’ottica di sostenibilità, proteggere i dati personali diventa un obbligo etico, riferisce AGI, e una leva per promuovere pratiche rispettose dell’individuo.
La ricerca evidenzia una forte convergenza di opinioni sull’importanza di tutelare la privacy, soprattutto in specifici settori, come quello della sanità.

Si pone poi l’accento sulla Sovranità Digitale, ovvero come gli Stati gestiscono e regolano le tecnologie e i servizi digitali utilizzati a livello nazionale.
La cybersicurezza si configura come un elemento critico in questo contesto, sottolineando l’importanza di investire in soluzioni di cybersecurity libere da influenze esterne.

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Google: ok a eliminare tutti i dati personali raccolti nelle navigazioni “in Private”

Posted by Massimo Miceli on
Google: ok a eliminare tutti i dati personali raccolti nelle navigazioni “in Private”

Google ha accettato di distruggere o rendere anonimi miliardi di record di dati di navigazione web raccolti mentre gli utenti utilizzavano la navigazione in ‘Incognito’.
La decisione arriva in seguito a una proposta di accordo per una class action, presentata lunedì 1 aprile, che impone a Google anche di dettagliare il modo in cui raccoglie le informazioni con questa modalità di navigazione, oltre a limitare la raccolta di dati futura.

Se l’accordo verrà approvato da un giudice federale della California, potrebbe interessare 136 milioni di utenti. 
Valutato in 5 miliardi di dollari nell’archiviazione di lunedì, l’ammontare della proposta è stato calcolato determinando il valore dei dati che Google ha immagazzinato e sarà costretta a distruggere, oltre ai dati che le sarà impedito di raccogliere in futuro.

Qualsiasi dato che non venga cancellato dovrà essere reso anonimo

La causa del 2020, Brown contro Google, è stata avviata da titolari di account Google che accusavano l’azienda di tracciare illegalmente il loro comportamento attraverso la funzione di navigazione privata Incognito. 
Ora Google dovrà occuparsi dei dati raccolti in modalità di navigazione privata fino a dicembre 2023, e qualsiasi dato che non venga esplicitamente cancellato dovrà essere reso anonimo.

“Il presente accordo garantisce una reale responsabilità e trasparenza dal più grande collettore di dati al mondo – scrivono i querelanti – e segna un passo importante verso il miglioramento e il rispetto del nostro diritto alla privacy su Internet”.

“Una causa legale priva di fondamento”

José Castañeda, portavoce di Google, ha dichiarato che l’azienda è “lieta di risolvere questa causa legale, che abbiamo sempre ritenuto priva di fondamento”.
Sebbene i querelanti abbiano valutato la proposta di accordo in 5 miliardi di dollari, originariamente richiesti come danni, Castañeda ha affermato che “non riceveranno nulla”. L’accordo non prevede infatti danni per la classe, sebbene gli individui possano presentare richieste.

“Non associamo mai i dati agli utenti quando utilizzano la modalità Incognito –  ha aggiunto -. Siamo felici di cancellare vecchi dati tecnici che non sono mai stati associati a un individuo e che non sono mai stati utilizzati per alcuna forma di personalizzazione”.

Ma gli utenti possono ancora presentare richieste di risarcimento

Parte dell’accordo include modifiche al modo in cui Google divulga i limiti dei suoi servizi di navigazione privata, cambiamenti che l’azienda ha già iniziato a implementare su Chrome.

Google ha inoltre accettato per cinque anni, riporta Adnkronos, di permettere agli utenti di bloccare i cookie di terze parti per impostazione predefinita in modalità Incognito, impedendo così a Google di tracciare gli utenti su siti esterni mentre utilizzano la navigazione privata.
Gli utenti possono ancora presentare richieste di risarcimento danni presso il tribunale statale della California, secondo i termini dell’accordo. Finora, sono state presentate 50 richieste.