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I lavoratori vogliono lo “stile di vita ibrido”

Posted by Massimo Miceli on
I lavoratori vogliono lo “stile di vita ibrido”

Gli europei si sono adattati a uno stile di vita sempre più ibrido, dove fisico e virtuale sono sempre più integrati nella vita professionale e in quella privata.
I modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono superati, ed emerge una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati. Tanto che l’86% di chi ha adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale. Una percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. Sono alcuni risultati di Hybrid Living Futures, la ricerca paneuropea di Samsung condotta in collaborazione con The Future Laboratory.

Più ore di tempo libero

Secondo lo studio, il 55% dei cittadini europei dichiara che grazie a uno stile di vita ibrido ha visto un incremento del numero di ore di tempo libero dedicate alla famiglia (47%) o trascorse facendo esercizio fisico (43%). Il nuovo stile di vita ha permesso anche di migliorare la qualità del tempo passato con la famiglia, i momenti di relax e la produttività. Per adattarsi ai cambiamenti, la tecnologia si è rivelata un ottimo alleato. Per sette italiani su dieci, infatti, li ha aiutati ad adattarsi alla nuova routine.

Equilibristi della gestione di casa e lavoro

Passare più tempo a casa ha trasformato i lavoratori europei in equilibristi chiamati a compiere vere e proprie acrobazie nella gestione del lavoro e della casa (30%). In Italia il 40% dei lavoratori si trova a destreggiarsi tra casa e lavoro contemporaneamente. Se da un lato, però, gli intervistati hanno mostrato grande maestria nell’arte dello stile di vita ibrido, dall’altro il 18% fatica a staccare dal lavoro e il 26% ha l’impressione di lavorare ininterrottamente, mentre c’è un 41% che utilizza il tempo risparmiato sui viaggi per svolgere le faccende di casa. In Italia, riporta Italpress, tra i detrattori del lavoro agile (11%), il 51% dichiara come questa nuova modalità incentivi la cultura ‘dell’always on’.

La cultura dell’always on, la tecnologia smart e la casa

Per far fronte alle pressioni esercitate dalla cultura dell’always on, il 56% dei lavoratori italiani è ancora alla ricerca di un modo per stabilire un confine tra la propria vita personale e quella professionale. La tecnologia smart sta cercando di colmare questo divario, tuttavia, l’84% dei lavoratori italiani è ancora alla ricerca di una tecnologia più efficace e di maggiore supporto da parte del datore di lavoro per la gestione di questa nuova modalità di vita e lavoro.
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido. L’80% degli italiani ha apportato migliorie all’interno delle abitazioni e il 42% ha creato nuovi spazi in casa, mentre il 44% ha scelto un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.

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Nel 2021 in Italia i ransomware sono aumentati dell’81%

Posted by Massimo Miceli on
Nel 2021 in Italia i ransomware sono aumentati dell’81%

Da gennaio a novembre 2021 quasi un incidente di sicurezza su due, ovvero quasi il 50% di tutte le richieste di Incident Response (IR) gestite dal Global Emergency Response Team (GERT) di Kaspersky, è collegato a un ransomware, con un incremento di quasi il 12% rispetto al 2020.
In Italia, nei primi 11 mesi del 2021 il numero totale degli attacchi ransomware mirati è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, aumentando dell’81% Dalla Kaspersky’s Story of the Year: Ransomware in the Headlines, emerge quindi che i ransomware sono stati protagonisti assoluti del panorama di cybersecurity del 2021, con attacchi rivolti persino a gasdotti e servizi sanitari nazionali.

Gli obiettivi più comuni: i settori governativo e industriale

Gli operatori di ransomware hanno perfezionato il loro arsenale concentrandosi su un minor numero di attacchi rivolti a organizzazioni di alto profilo e usufruendo di un intero ecosistema sotterraneo che supportale attività dei gruppi criminali. Di fatto, nei primi 11 mesi del 2021 la percentuale di richieste IR è stata del 46,7% contro il 37,9% di tutto il 2020, e il 34% del 2019. Gli obiettivi più comuni di questi attacchi sono stati quelli rivolti ai settori governativo e industriale. Nel 2021, infatti, gli attacchi rivolti a queste organizzazioni hanno compromesso quasi il 50% di tutte le richieste IR relative ai ransomware. Altri bersagli molto colpiti sono stati il settore IT e le istituzioni finanziarie.

Massimizzare la superficie di attacco e il ‘ricatto finanziario’

Gli operatori di ransomware hanno iniziato a richiedere riscatti più onerosi e a puntare a obiettivi di alto profilo, e hanno incrementato l’efficienza degli attacchi. Gli esperti di Kaspersky hanno individuato due tendenze che diventeranno molto comuni nel 2022. In primo luogo, è probabile che i gruppi criminali di ransomware costruiscano più frequentemente build Linux di ransomware per massimizzare la superficie di attacco. Inoltre, gli operatori ransomware inizieranno a concentrarsi maggiormente sul ‘ricatto finanziario’, una tecnica che consiste nel minacciare di far trapelare informazioni sensibili sulle società vittime dell’attacco per far crollare i prezzi delle azioni.

Divulgare informazioni su eventuali piani delle imprese

I criminali potrebbero sfruttare le fusioni o le acquisizioni delle aziende, o divulgare informazioni su eventuali piani delle imprese di diventare pubbliche. Quando le aziende si trovano in uno stato finanziario vulnerabile è più probabile che paghino il riscatto.
“Abbiamo iniziato a parlare dei cosiddetti Ransomware 2.0 nel 2020, e quello che abbiamo visto nel 2021 è stato lo sviluppo di una nuova era di questo tipo di malware – commenta Vladimir Kuskov, Head of Threat Exploration di Kaspersky -. Gli operatori di ransomware non stanno solo crittografando i dati; li stanno anche rubando da obiettivi critici su larga scala e stanno minacciando di divulgare queste informazioni nel caso in cui le vittime si rifiutino di pagare. Questa tipologia di minaccia sarà molto popolare anche per il prossimo anno”.

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La propensione a utilizzare l’auto a Milano

Posted by Massimo Miceli on
La propensione a utilizzare l’auto a Milano

Utilizzare i servizi di sharing e i mezzi alternativi all’auto è un’abitudine entrata nel dna dei milanesi, dove a fronte di un servizio di noleggio auto a domicilio il 69% di chi vive a Milano si dichiara disposto a rinunciare all’auto di proprietà. Di contro, la mobilità a impatto ridotto sembra per ora non avere incrinato profondamente il legame con l’automobile di proprietà. Tanto che secondo una ricerca BVA Doxa sulla propensione all’utilizzo dell’auto per conto di Virtuo, rivela che il possesso dell’auto è ancora elevato, con il 94% degli intervistati che dichiara di averne una. Dalla ricerca, realizzata a Milano su un campione di età compresa tra i 25 e i 74 anni, emerge poi anche un forte desiderio di tornare a viaggiare fuori città, complici probabilmente le festività natalizie.

Si torna a viaggiare

Compatibilmente con il ritorno alla normalità negli spostamenti, un milanese su 3 (33%) è pronto a rimettersi in auto anche più di prima per andare a passare i week end fuori città. Le destinazioni preferite? Le città d’arte (50%), ma anche gironzolare senza una meta fissa alla scoperta del Bel Paese (31%), soprattutto i più giovani (37%). Seguono la montagna (29%) e la scoperta della propria regione (22%). Il compagno di viaggio preferito? Il proprio partner (44%), seguito dalla famiglia (30%) e dai migliori amici (15%).

Frequenza e occasioni di utilizzo dell’automobile

Dalla ricerca emerge poi che i milanesi utilizzano l’auto in media 4 giorni a settimana, con circa la metà di loro (49%) che dichiara di utilizzarla al massimo 2 o 3 giorni alla settimana. L’utilizzo dell’auto, oltre che per commissioni varie (65%), è legato in particolar modo al tempo libero (61%) e per recarsi fuori città (59%), mentre l’uso prioritario per recarsi al lavoro raccoglie il 36% delle risposte, a cui si aggiunge il 20% di coloro che la usano per svolgere il proprio lavoro.

Cambia il rapporto con il mezzo

Dalla ricerca emerge che il rapporto con l’auto cambia anche perché in città per quasi 7 milanesi su 10 (67%) viene affiancata da un altro mezzo, che nel 55% dei casi è la bicicletta, tradizionale o elettrica.
L’utilizzo dei mezzi di mobilità sharing coinvolge invece il 42% dei milanesi, che diventa il 64% nella fascia d’età 25-44 anni. Inoltre, i milanesi si dimostrano sempre più interessati alle innovazioni anche per quanto riguarda l’utilizzo dell’auto fuori città. Infatti, quasi 7 su 10 (69%) valutano in maniera positiva l’idea di rinunciare all’auto di proprietà se potessero noleggiarne una dal proprio smartphone, ritirandola nelle stazioni di ritiro in città, o facendosela consegnare sotto casa.

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Come tutelarsi dai cattivi affari del Black Friday

Posted by Massimo Miceli on
Come tutelarsi dai cattivi affari del Black Friday

Il Black Friday, l’ultimo venerdì di novembre, è il giorno in cui i prezzi dei prodotti al dettaglio subiscono una diminuzione. Ma poiché limitare gli sconti a un solo giorno, peraltro lavorativo, taglierebbe fuori dalla ‘festa del consumismo’ tante persone, il Black Friday si è allungato a un’intera settimana. Ma perché mai proprio questa data? Come spiega laleggepertutti.it, si tratta di una tradizione statunitense, figlia del consumismo occidentale. E siccome c’è sempre un’occasione per spendere, dopo il Black Friday le catene dell’elettronica hanno inventato il Cyrber Monday, il lunedì successivo al ‘venerdì nero’.

Non sempre i prezzi sono davvero scontati

Di cosa si tratta lo sanno tutti: saldi mondiali, dove la maggior parte degli acquisti avverrà online. E ciò a dimostrazione di come le leggi sui saldi non servano più a nulla. Purtroppo infatti non sempre i prezzi sono quelli scontati, ma il consumatore non ha modo di fare il confronto perché non conosce il vero prezzo di partenza.  Non ci vuole nulla a dire che su un certo prodotto viene praticato uno sconto del 30% e da 100 euro si arriva a 70 euro. Per gli acquisti online però c’è una soluzione. Si può accedere alle versioni precedenti dei siti internet usando la funzione copia cache presente sui motori di ricerca. E se lo sconto è falso si può fare una segnalazione all’Antitrust.

Saldi tutto l’anno?

Non farsi abbindolare dalle offerte irripetibili con il conto alla rovescia, come se non ci fosse più possibilità di approfittarne. Ad esempio, Poltronesofà è stata multata dall’Antitrust perché proponeva promozioni per un periodo limitato che duravano però tutto l’anno e anche l’anno dopo, e quello dopo ancora. Insomma, sconti eterni. Pertanto se non si vuole comprare durante il Black Friday basta ricordare che dopo poco ci sarà il Cyber Monday, dopodomani ci saranno i saldi, il giorno dopo ancora la specifica promozione di quello quell’altro negozio, per uno sconto continuo. Gli sconti non sono più occasione ma quotidianità, basta cercare.

Diritto di recesso e garanzia

Anche comprare con gli sconti dà il diritto di recesso. Diritto esercitabile entro 14 giorni dall’acquisto. È quindi possibile cambiare il prodotto che piace e riavere i soldi, non un semplice buono acquisto. A maggior ragione per la garanzia: un prodotto scontato non significa che debba essere mal funzionante, si ha diritto a un prodotto che valga quanto uno a prezzo pieno. Queste norme a tutela del consumatore però valgono solo in Europa. Il diritto di recesso non spetta se si compra su un potale che ha sede, ad esempio, in Cina. E ricordare che far valere i propri diritti in ambito Ue è semplice, ma può diventare impossibile al di fuori del nostro Continente.

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Imprese lombarde delle costruzioni: +5% nel secondo trimestre 2021

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Imprese lombarde delle costruzioni: +5% nel secondo trimestre 2021

Secondo l’indagine trimestrale di Unioncamere Lombardia su base annua il balzo del volume d’affari del settore delle costruzioni in Lombardia è del +37,4%. Un risultato frutto della ripresa a pieno regime dopo la riduzione delle attività che aveva caratterizzato l’analogo periodo del 2020 in piena emergenza sanitaria. Anche nel secondo trimestre 2021 le imprese lombarde delle costruzioni e dell’edilizia registrano una forte crescita del volume d’affari. Un trend positivo confermato dalla variazione rispetto al trimestre precedente: l’incremento sul primo trimestre dell’anno sfiora infatti il 5%, registrando il quarto valore positivo consecutivo. Si conferma quindi la velocità di marcia sostenuta già registrata nei primi tre mesi dell’anno, e con questi risultati l’indice di Unioncamere Lombardia del volume d’affari torna a superare quota 100, ponendosi sia al di sopra sia dei livelli pre-crisi sia della situazione relativa agli anni precedenti. Era dal 2010 che non si raggiungevano valori simili.

Le aspettative di crescita sono positive

Anche gli imprenditori sembrano scommettere sul proseguimento della tendenza positiva, mostrando un ulteriore miglioramento del clima di fiducia. Il saldo tra aspettative di crescita e di diminuzione per il prossimo trimestre risulta ampiamente positivo (+27), e rappresenta il valore massimo della serie storica.
“Le costruzioni rivestono un ruolo fondamentale nell’economia lombarda e il loro rilancio può fare da importante volàno anche per molti altri settori – dichiara il Presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. I fattori che hanno permesso questa ripresa dell’edilizia sono numerosi: dalla maggiore importanza attribuita agli spazi domestici dopo la pandemia, alle condizioni favorevoli di accesso al credito, agli incentivi fiscali e alla ripartenza degli investimenti pubblici”.

Emerge la volontà a tornare a investire

L’indagine di Unioncamere Lombardia ha approfondito anche il tema della situazione finanziaria delle imprese di costruzioni e del mercato del credito, registrando una diminuzione del grado di indebitamento e un miglioramento dei giudizi relativi alle condizioni di accesso al finanziamento bancario. Tra i motivi per ricorrere al credito spiccano le necessità di liquidità e cassa, anche in via precauzionale (79%), mentre emerge anche la rinnovata volontà delle imprese di tornare a investire: la percentuale che indica questa motivazione sale al 42%, superando così i valori del 2019.

La situazione finanziaria è meno influenzata da fattori negativi

Inoltre, vengono rilevati con meno frequenza i fattori negativi che un anno fa, a seguito dell’emergenza, penalizzavano la situazione finanziaria delle imprese, come ritardi di pagamento, difficoltà a sostenere le spese correnti e nel rimborso dei finanziamenti. Le questioni legate all’approvvigionamento e al rincaro dei materiali sembrano però rappresentare in questo momento un fattore cruciale che rischia di compromettere la crescita del settore, rallentando l’attività ed erodendo i margini delle imprese. Lo dimostra il dato sui costi di magazzino che registra una crescita di ben venti punti, dal 9% al 29%.

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Il mercato ICT continua a crescere, in attesa del PNRR

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Il mercato ICT continua a crescere, in attesa del PNRR

Il mercato ICT in Italia continua a crescere, forte anche dell’accelerazione data dal lungo periodo di pandemia. Fatto sta che il comparto oggi vale oltre 34 miliardi di euro. A fornire gli ultimi dati del settore è l’Assintel Report 2021, la ricerca realizzata da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali, insieme alla società di ricerca indipendente IDC Italia, con la sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.

I numeri di un settore in espansione

I numeri sono tutti i positivo, come evidenzia il report. L’emergenza sanitaria ha accelerato la trasformazione digitale delle imprese e gli investimenti previsti dal PNRR stanno iniettando fiducia e nuovi progetti. Il mercato dell’Information & Communications Technology chiuderà il 2021 con una spesa pari a 34,4 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 2020. Nel 2022 continuerà a crescere superando i 35 miliardi di euro, per poi arrivare a 36,4 miliardi di euro nel 2023, con una crescita media annua del +3,3%. Nell’ultimo anno di quest’era Covid, gli investimenti ICT si sono focalizzati sui servizi e sulle tecnologie strategiche per migliorare la connessione dell’azienda, per consentire il lavoro e le vendite da remoto e per gestire i processi mission critical. Nel 42% delle imprese la spesa ICT complessiva è rimasta invariata, ma è stata indirizzata su progetti specifici a sostegno delle attività durante la crisi, mentre il 9% delle imprese ha aumentato la spesa per sviluppare progetti innovativi e un altro 3%, pur riducendo la spesa totale, ha continuato a investire su progetti innovativi.

Il ruolo cruciale del PNRR

A proposito di PNRR “Non ci capiterà un’altra opportunità come questa, unica nel suo genere. Assintel è pronta a fare ALL-IN, investendo tutte le proprie risorse per contribuire alla Digitalizzazione e Innovazione del sistema economico del Paese” ha detto Paola Generali, Presidente Assintel, introducendo il documento di sintesi dell’associazione per massimizzare gli effetti del PNRR sulla crescita digitale. “Le proposte che lanciamo al Governo sono concrete e seguono tre filoni fondamentali: creare le condizioni normative per la partecipazione del Made in Italy digitale al processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione Centrale e Locale; favorire la trasformazione digitale delle micro, piccole e medie imprese attraverso bandi, incentivi fiscali e nuove regole che agevolino ex ante gli investimenti; sostenere la ricerca e sviluppo nelle aziende ICT e Digitali e dell’Offerta, che sono esse stesse costituite per la stragrande maggioranza da micro, piccole e medie imprese”.

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Stanziati 4 milioni di contributi per le nuove imprese lombarde

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Stanziati 4 milioni di contributi per le nuove imprese lombarde

La Regione Lombardia e le Camere di Commercio lombarde si uniscono per la ripresa dell’economia lombarda. Per favorire la ripresa e il rilancio dell’economia della regione, duramente colpita dalla pandemia da Covid-19, la Regione Lombardia e il Sistema Camerale lombardo hanno infatti promosso il bando dal titolo ‘Nuova impresa’, che sostiene l’avvio di nuove imprese lombarde e l’autoimprenditorialità, e favorisce il ricollocamento dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro.
Il bando mette complessivamente a disposizione 4 milioni di euro a fondo perduto, in particolare, il contributo è del 50% sulle spese ammissibili, fino a un massimo erogabile di 10.000 euro.

Quali spese rientrano nel contributo?

Il contributo a fondo perduto di 4 milioni di euro è a parziale copertura delle spese per la costituzione e l’avvio di nuove imprese, l’acquisto di beni strumentali, di software e hardware, oltre alla copertura dei canoni di locazione, e la copertura delle spese generali e di comunicazione. Le tipologie di nuove aziende ammissibili rientrano nel settore commercio, nel terziario, manifatturiero e gli artigiani dei medesimi settori. Inoltre, possono presentare domanda le micro, piccole e medie imprese lombarde costituite a partire dal 27 luglio scorso.

“La Lombardia è la casa delle partite Iva”

“Con questa iniziativa le Camere di Commercio lombarde e Regione Lombardia proseguono lo sforzo comune per incentivare e sostenere lo spirito imprenditoriale lombardo – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. È tempo di lasciarci alle spalle la crisi e ricominciare a investire sul proprio futuro e di fare nuova impresa”, ha sottolineato Auricchio.
“Regione Lombardia – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – si è sempre schierata al fianco delle imprese, e oggi con questa ulteriore misura vogliamo ribadire con forza e convinzione che la Lombardia è la casa delle partite Iva, luogo in cui chiunque abbia un’idea può realizzarla, anche con il supporto e l’aiuto di Regione Lombardia”.

Le domande vanno presentate in modalità telematica fino al 20 dicembre 2021

Le domande per l’ammissione al bando possono essere presentate esclusivamente in modalità telematica a partire dal 1° dicembre 2021 fino al 20 dicembre 2021. Il testo completo del bando con l’elenco completo dei codici ATECO primari ammissibili per i settori manifatturiero, commercio (inclusi i pubblici esercizi), terziario, albo delle imprese agromeccaniche di Regione Lombardia e delle imprese artigiane previste dal Bando sono pubblicati sul sito www.unioncamerelombardia.it.

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Streaming o Tv tradizionale? l’Italia non è ancora pronta al sorpasso

Posted by Massimo Miceli on
Streaming o Tv tradizionale? l’Italia non è ancora pronta al sorpasso

Il vero e proprio boom si è verificato d’utente i lockdown imposti dalla pandemia, quando la vita si svolgeva necessariamente in casa e tutti avevano la necessità di svagarsi il più possibile. Fatto sta che c’è stata una netta accelerazione nei confronti dell’utilizzo di streaming e Smart Tv rispetto la Tv lineai, ovvero la televisione tradizionale. Anche “il guarda quello che vuoi quando vuoi” è per forza il futuro della televisione, ci sono delle differenze fra paese e paese. Negli Stati uniti, ad esempio, la Streaming Tv ha addirittura doppiato quella classica. E in Italia? Il nostro paese sembra andare a due velocità: la visione tradizionale dei programmi è ancora un’abitudine consolidata, però i nostri connazionali hanno accettato anche la nuova rivoluzione dello streaming. Tanto che cresce anche il gaming,  Ncon la Smart TV come strumento del gioco.

Lo scenario della fruizione televisiva nel nostro Paese

Le smart TV dilagano, ma l’Italia rimane ancorata ad una visione tradizionale della tv. E’ il quadro che emerge dai dati raccolti e diffusi da Samsung Ads Europe, la divisione Samsung Electronics dedicata a media e pubblicità, in relazione al periodo della pandemia di covid, tra gennaio 2020 e luglio 2021. L’analisi – che si sofferma sul comportamento degli utenti di smart TV Samsung – ha un respiro internazionale: dagli Usa al Canada, dal Regno Unito alla Germania, dalla Francia alla Spagna fino, appunto, al nostro paese. In generale, la pandemia ha contribuito a far decollare la visione di contenuti in streaming che hanno messo la freccia rispetto alla ‘linear tv’, la visione tradizionale di un programma su un canale. In America, in particolare, il tempo dedicato dagli spettatori alla visione in streaming ha doppiato il modello linear. Nel nostro Paese, la visione tradizionale dei programmi è ancora una prassi, visto che la linear tv pesa in media per 1h52’ al giorno nell’uso dell’apparecchio. Lo streaming, invece, copre 1h32’ in media: l’incremento è del 43% tra giugno 2021 e gennaio 2020, ma la crescita non consente all’Italia di raggiungere la media europea, superiore del 22%.

Un’indicazione preziosa anche per i media planning

“Nel pieno della pandemia, osservando i consumatori modificare i propri comportamenti, l’intero ecosistema Ctv si ponevano una sola domanda: cosa succederà quando tutto – o quasi – tornerà come prima?” ha detto Alex Hole, vicepresidente di Samsung Ads Europe. Per poi aggiungere: “Oggi i dati provano non solo che lo streaming è diventato un’abitudine ben radicata tra le Smart TV Samsung in Italia, ma anche che il tipo di servizio scelto è cambiato. Gli Avod stanno conquistando sempre più telespettatori perché forniscono contenuti di grande qualità senza l’obbligo di abbonarsi a pagamento. Ecco perché i media planner che vogliono raggiungere la persona giusta al momento giusto non possono – e non devono – sottovalutare le potenzialità di questo nuovo media, analizzando e studiando molto attentamente le sue mutevoli dinamiche”.

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Black Friday in arrivo, ecco come accaparrarsi le offerte migliori

Posted by Massimo Miceli on
Black Friday in arrivo, ecco come accaparrarsi le offerte migliori

Il Black Friday, tradizione americana che prevede un giorno di fortissimi sconti, è ormai diventato un appuntamento fisso anche in Italia. Per molti si tratta dell’occasione perfetta per portarsi avanti con i regali di Natale, per assicurarsi le novità tecnologiche al miglior prezzo e, perché no, per concedersi qualche sfizio a condizioni vantaggiose. Anche nel nostro Paese sono sempre di più i negozi, sia fisici sia virtuali, che partecipano all’iniziativa proponendo sconti e prodotti ad hoc, con grandissimi vantaggi per chi riesce a comprare alle migliori condizioni. Mentre un po’ tutti iniziamo a pensare a cosa potremmo aver bisogno di comprare, si scaldano i motori per l’edizione 2021, che quest’anno cade il 21 novembre con l’immancabile pioggia di offerte.

Le regole dell’affare perfetto

Per riuscire  spuntare le migliori condizioni, però, conviene prepararsi per tempo con alcuni trucchetti, svelati da MediaWorld, la catena specializzata in elettronica e tecnologia. Ad esempio, e questo è il primo consiglio, conviene iscriversi alle newsletter dei negozi e negli e-commerce che ci interessano per essere sempre informati in tempo reale sull’uscita delle offerte dedicate al Black Friday. Gli utenti registrati, infatti, ricevono nella propria casella mail tutte le ultime novità. Sono in sostanza i primi ad essere informati sugli sconti e le occasioni del Black Friday.  In questo modo, non c’è bisogno di visitare periodicamente gli store on line per sapere cosa è in promozione o cosa non lo è ancora. Il secondo consiglio è quello di “mappare” i punti vendita fisici con un certo anticipo così da identificare i prodotti di proprio interesse, segnarsi il loro prezzo e riuscire a trovarli subito nell’immediato futuro.

Vietato perdere tempo

Per non farsi sfuggire le migliori occasioni e al contempo non farsi travolgere dal loop dello shopping compulsivo (con il pericolo di acquistare oggetti che non servono davvero) è utile stilare una lista dei prodotti che effettivamente si desiderano acquistare ad un prezzo scontato. Infine, la differenza la fa la velocità. Sono infatti i marchi più famosi come Apple, Dyson, Philips, Samsung e gli altri primari brand hi-tech quelli più “gettonati” quando partono le promozioni speciali. Quindi, vietato perdere tempo, altrimenti si rischia di vedersi soffiare sotto il naso i prodotti preferiti che potrebbero esaurirsi prima. E che quindi diventano introvabili ai prezzi più vantaggiosi. 

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Nel primo semestre 2021 l’export del vino supera 3 miliardi di euro

Posted by Massimo Miceli on
Nel primo semestre 2021 l’export del vino supera 3 miliardi di euro

Nel primi sei mesi del 2021 l’export italiano di vino supera per la prima volta i 3 miliardi di euro la arriva a 3,3 miliardi di euro. Un valore che proietta le aspettative per questo primo anno post-pandemico oltre la soglia dei 7 miliardi. Si tratta di un record assoluto nella storia dell’industria vinicola italiana, confermato dalle elaborazioni dell’Osservatorio del vino di Unione italiana Vini (Uiv) sui dati Istat del primo semestre di quest’anno. Il vino italiano, insomma, è sempre più bevuto all’estero, e secondo lo studio il rimbalzo delle spedizioni tricolori nel mondo è stato favorito dalla ripresa dei consumi nei principali Paesi clienti. Questo risulta evidente non solo rispetto al 2020, che segna un +16% a valore e un +6% anche nei volumi, arrivando sopra quota 10 milioni di ettolitri, ma anche sulla media del triennio 2015/2018, ovvero nel periodo pre-Covid. 

Spumanti, +75% negli Usa

In particolare, nel primo semestre del 2021, il segmento dei vini confezionati eguaglia le performance del 2019 (+6%), mentre gli spumanti ‘girano’ a regimi più che raddoppiati, con ritmi straordinari negli Usa e in Germania. Negli Stati Uniti, infatti, gli spumanti italiani segnano +75% sulla media 2015/18, contro +45% della Francia. Sui vini confezionati, invece, sempre in rapporto alla media del periodo pre-pandemia, negli Usa il 2021 segna +12% contro +2% del 2019, in Germania +18% contro +5%, e in Canada +19% contro +4%.

Va un po’ meno bene in Uk e Giappone

Debolezze diffuse invece in UK, dove si riscontra un peggioramento rispetto ai ritmi già negativi del 2019 (-8% contro -4%), e Giappone, dove si scende in terreno leggermente negativo contro una crescita del 12% registrata prima dello scoppio della pandemia.
Per il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, “Ora è necessario assecondare questa crescita, anche attraverso l’ausilio della promozione e del nuovo plafond di 25 milioni di euro ai nastri di partenza entro l’autunno”.

Tutti i principali segmenti ad alto valore aggiunto segnano valori positivi 

Quanto ai dati di confronto annuo, grazie a un balzo poderoso registrato soprattutto tra aprile e giugno, tutti i principali segmenti ad alto valore aggiunto segnano crescite. I vini spumanti salgono a +26% (780 milioni di euro), i vini frizzanti superano la soglia dei 200 milioni (+3%), e i vini fermi confezionati crescono del +16%, con il top dei rossi a denominazione che segnano +23% (860 milioni di euro). In regresso risultano solo i bag-in-box (-7%), vini che avevano fortemente beneficiato dalle restrizioni imposte dai lockdown nel 2020, e gli ‘sfusi’, che soffrono della impietosa concorrenza spagnola sulle principali destinazioni.