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Affidabilità e competenza: gli italiani promuovono i farmacisti e le farmacie

Posted by Massimo Miceli on
Affidabilità e competenza: gli italiani promuovono i farmacisti e le farmacie

È quanto emerge dall’indagine Ipsos, condotta per la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI): di fronte al nuovo scenario post pandemico evolve il ruolo del farmacista e la farmacia diviene sempre più un erogatore di servizi per la popolazione. Quasi otto italiani su dieci (77%) hanno fiducia nel farmacista e lo considerano un professionista competente e accessibile al quale rivolgersi per la gestione della propria salute. Al contempo, i farmacisti sono consapevoli (86%) dell’evoluzione del proprio ruolo, e della fiducia che ispirano alla maggioranza dei cittadini, sebbene non manchi qualche criticità.

Un presidio di assistenza sanitaria sul territorio

Il farmacista si considera, ed è, una figura di riferimento per il cittadino, mentre la farmacia è diventata un presidio di assistenza sanitaria sul territorio, offrendo anche innumerevoli servizi che vanno al di là della semplice dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute.
Questa evoluzione rappresenta, per la maggior parte dei farmacisti, una valorizzazione del proprio ruolo. Ma non è priva di difficoltà: prima fra tutte l’eccessiva burocrazia.
Lo studio Ipsos registra infatti alcune criticità o sfide che oggi il farmacista deve affrontare, anche alla luce del ruolo sempre più strategico che gli viene riconosciuto all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Qualità dell’assistenza e continuità del servizio

Secondo la ricerca il 93% degli italiani ha una farmacia di riferimento, scelta motivata da alcuni aspetti principali: la fiducia (37%), la conoscenza del professionista (28%), la vicinanza (57%) e la soddisfazione per il servizio offerto (42%). A ‘legare’ i cittadini al farmacista sono, inoltre, le conoscenze in campo farmaceutico, la competenza nel consigliare la soluzione più appropriata alle proprie esigenze di cura e la qualità dell’assistenza, garantita dalla disponibilità e dalla continuità del servizio.
La conferma dell’evoluzione del ruolo del farmacista oggi arriva però anche dai desideri degli italiani rispetto ai servizi che vorrebbero fossero erogati o potenziati nella rete delle farmacie territoriali. In particolare, prenotazione di visite specialistiche ed esami (26%), servizi infermieristici in farmacia (19%) e a domicilio (17%), vaccinazione e analisi di primo livello, come la misurazione di pressione e colesterolo (18%).

Verso il modello della Farmacia dei Servizi

Secondo gli italiani, dunque, la farmacia del futuro dovrà essere sempre più un luogo dedicato alla prevenzione e alla presa in carico, oltre alla tradizionale attività di dispensazione del farmaco.
Un’aspettativa che si sposa perfettamente con il modello della Farmacia dei Servizi la cui piena realizzazione, (anche attraverso il potenziamento della telemedicina e del deblistering dei farmaci, indicati dai farmacisti come due servizi chiave per migliorare l’assistenza sul territorio), consentirà di andare incontro ai bisogni dei cittadini e alle esigenze di efficientamento del SSN.
Sul fronte della prevenzione, l’80% degli italiani si dichiara favorevole a farsi vaccinare dal farmacista e valuta positivamente la possibilità che la farmacia diventi un ‘hub vaccinale’ in cui effettuare anche i richiami dei vaccini obbligatori.

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Sicurezza informatica: qual è l’evoluzione delle minacce nel 2023?

Posted by Massimo Miceli on
Sicurezza informatica: qual è l’evoluzione delle minacce nel 2023?

L’edizione di metà anno del Report di Acronis sulle minacce digitali, basato sui dati acquisiti da oltre un milione di endpoint a livello globale, coglie l’evoluzione del panorama della sicurezza informatica. Nel 2023 le minacce digitali registrano un picco rispetto all’anno precedente. Segnale della proliferazione del crimine informatico e della crescente abilità degli hacker di compromettere i sistemi. In particolare, il Report rivela il diffondersi dell’utilizzo da parte dei criminali informatici dei sistemi di AI generativa, come ChatGPT, per creare contenuti dannosi e sferrare attacchi sempre più sofisticati.
“Il panorama è estremamente dinamico – commenta Candid Wüest, Vicepresidente Research Acronis – e per affrontarlo le organizzazioni devono adottare soluzioni di sicurezza agili, complete e unificate, che garantiscano la visibilità necessaria a capire gli attacchi, semplificare il contesto e fornire misure di correzione efficienti”.

L’attacco arriva con l’email

Nel primo trimestre del 2023, Acronis ha bloccato circa 50 milioni di URL sugli endpoint, con un aumento del 15% rispetto all’ultimo trimestre 2022. Nello stesso periodo, sono stati resi pubblici 809 casi di ransomware, con un picco del 62% a marzo, rispetto alla media mensile di 270 casi. Sempre nel primo trimestre del 2023, il 30,3% di tutte le email ricevute erano spam e l’1,3% conteneva malware o link di phishing. Ogni esemplare di malware circola in media per 2,1 giorni prima di scomparire. Il 73% degli esemplari è stato osservato una sola volta.
I modelli di AI pubblici agiscono come complice inconsapevole dei criminali alla ricerca di vulnerabilità nei codici sorgente: li aiutano infatti a creare situazioni che impediscono di prevenire e sventare le frodi, come i deep fake.

Malware creati l’Intelligenza artificiale

Nei loro attacchi, i criminali informatici mostrano capacità sempre più sofisticate e utilizzano l’Intelligenza artificiale e il codice ransomware già esistente per penetrare in profondità nei sistemi delle vittime ed estorcere informazioni riservate.
Il malware creato con l’Intelligenza artificiale è in grado di sfuggire agli antivirus tradizionali. Rispetto all’anno scorso sono aumentati in modo esponenziale i casi di ransomware pubblico. Gli endpoint monitorati da Acronis restituiscono dati preziosi sulle modalità di azione dei criminali, confermando la maggiore intelligenza, complessità e difficoltà di rilevamento di alcune tipologie di attacco.

LLM: un fiorente mercato anche per gli hacker

I criminali hanno attinto al fiorente mercato dei grandi modelli linguistici (LLM) basati sull’AI, avvalendosi delle piattaforme per creare, automatizzare, perfezionare e rendere scalabili i nuovi attacchi tramite l’apprendimento attivo. Il phishing invece resta la forma più diffusa di furto delle credenziali e costituisce il 73% di tutti gli attacchi. Al secondo posto, troviamo gli attacchi di compromissione delle e-mail aziendali, con il 15%. Solo nella prima metà del 2023, il numero degli attacchi di phishing basati su e-mail è aumentato del 464% rispetto al 2022, e gli attacchi subiti da ogni azienda aumentano del 24%.
Sugli endpoint monitorati da Acronis è stato registrato inoltre un aumento del 15% del numero di file e URL dannosi per e-mail analizzata.

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PNRR: le Pmi accelerano sulla digitalizzazione 

Posted by Massimo Miceli on
PNRR: le Pmi accelerano sulla digitalizzazione 

Il PNRR, organizzato in 6 missioni, prevede per l’Italia 191,5 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale entro il 2026.
Fino a oggi l’Italia ha ricevuto dalla Ue quasi 67 miliardi di euro. E un’indagine condotta da Qonto, in collaborazione con OnePoll, ha indagato lo stato di digitalizzazione delle Pmi italiane, analizzando il comportamento nei confronti degli incentivi previsti dal Piano, il livello di competenze digitali, e gli investimenti nella formazione.Il 55% delle Pmi intervistate ha già fatto ricorso agli incentivi, un dato in crescita rispetto al 2022 (43%), mentre tra quelle che non hanno ancora fatto ricorso ai fondi, quasi il 70% ha intenzione di usufruirne nel corso del 2023. Per quanto riguarda gli impieghi dei fondi, l’82% utilizzerà gli incentivi per investire nella digitalizzazione e innovazione tecnologica dell’impresa.

Le micro imprese e il React-Eu

Dall’indagine emerge in particolare che ad avere già aderito agli incentivi continuano a essere soprattutto le Pmi più grand. Tra le aziende da 50 a 250 dipendenti il 59% ne ha già fatto ricorso, in crescita rispetto al 2022 (56%), mentre tra le micro-imprese fino a 10 dipendenti solo una su quattro (25%) si è già attivata per utilizzare i fondi.
Solo il 35% delle Pmi però ha utilizzato e vuole utilizzare i fondi come il React-Eu a sostegno di Pmi e professionisti contro il caro bollette, che per l’Italia presenta una disponibilità di 14,4 miliardi.
Interessante notare come la percentuale si alza tra le micro-imprese fino a 10 dipendenti (57%).

Il 66% ha necessità di profili con competenze specifiche

L’impegno verso la digitalizzazione implica la disponibilità di risorse formate e competenti, il 66% dichiara infatti di avere necessità di profili con expertise specifiche per la propria azienda, ma oltre un’impresa su due (56,5%) riscontra difficoltà nel reperire questi profili. Digitalizzazione e innovazione sono aspetti che vanno di pari passo, e la spinta verso l’innovazione tecnologica è confermata anche dal 43% degli intervistati, che dichiara di aver adottato o aver intenzione di adottare nel prossimo futuro tecnologie di Intelligenza Artificiale nella propria azienda.

Fintech e pagamenti digitali: il 62% ha almeno un conto digital

L’indagine Qonto rivela inoltre che oltre il 77% degli intervistati utilizza regolarmente almeno un’app per pagamenti, attività bancarie, investimenti, prestiti o altre attività finanziarie nella propria vita personale o professionale. Il 72% delle Pmi preferisce effettuare pagamenti con carte di credito e debito, il 22,5% si affida a pagamenti via app, e solo il 5,5% in contanti. Il 62% delle imprese poi ha almeno un conto digital: tra queste quasi il 46% sono aziende molto giovani (meno di tre anni di vita) o startup. Tra quelle che utilizzano solo soluzioni tradizionali, il 56% circa si dice pronta all’adozione di un conto digital.