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Le password del futuro saranno fatte di immagini 

Posted by Massimo Miceli on
Le password del futuro saranno fatte di immagini 

Un nuovo studio condotto dai computer scientist dell’Università di Surrey ha mostrato l’efficacia di un sistema di autenticazione basato su immagini chiamato Tim (Transparent image moving) per i telefoni cellulari al fine di ridurre il rischio di attacchi di ‘shoulder surfing’. Tim richiede agli utenti di selezionare e spostare immagini predefinite in una posizione designata per superare i controlli di autenticazione, simili a quelli richiesti per lo shopping online. In pratica, è ora che il mondo si allontani dalle password basate su lettere e numeri e dalle verifiche per i telefoni cellulari, e inizi ad abbracciare soluzioni più sicure basate su immagini. 

Cos’è lo shoulder surfing?

Lo studio ha riscontrato che l’85% degli utenti ritiene che possa aiutare a prevenire il guessing delle password e gli attacchi di shoulder surfing.  Lo shoulder surfing è un attacco in cui qualcuno registra informazioni sensibili, come password o numeri di carte di credito, inseriti da una vittima sullo schermo di un computer o di un dispositivo mobile, guardando sopra la spalla della vittima o da una certa distanza. Gli attacchi di shoulder surfing spesso si verificano in luoghi pubblici affollati come aeroporti, caffè o mezzi pubblici.

I processi di autenticazione basati su immagini e interattivi sono più sicuri

Lo studio ha inoltre scoperto che il 71% dei partecipanti ritiene che Tim sia una soluzione basata su immagini più utilizzabile rispetto ad altre presenti sul mercato.
“Trascorriamo gran parte della nostra vita sui nostri telefoni cellulari e dipendiamo da essi per attività come la banca, lo shopping e per rimanere in contatto con i nostri cari – commenta Rizwan Asghar, coautore del paper per l’Università di Surrey -. È sorprendente quanto poco sia stato fatto in termini di innovazione e progresso per proteggere queste attività e le nostre informazioni più private. Crediamo che i processi di autenticazione basati su immagini e interattivi come Tim rappresentino un passo nella giusta direzione”.

Le “parole d’ordine” basate su testo sono più vulnerabili

“Lo status quo attuale basato su testo offre compromessi tra usabilità e sicurezza – continua Asghar -. Mentre le password basate su testo breve sono facili da ricordare, non sono sufficientemente sicure e rendono vulnerabile al guessing delle password o agli attacchi di shoulder surfing”.
Al contrario, riporta AGI, le password basate su testi lunghi sono vincenti in termini di sicurezza, ma sono incredibilmente difficili per gli utenti da ricordare.
“È promettente che molti dei nostri partecipanti abbiano trovato Tim utilizzabile e non abbiano trovato la curva di apprendimento troppo ripida – aggiunge Asghar -. Ciò suggerisce che il mercato potrebbe essere pronto per alternative basate su immagini per la sicurezza dei dispositivi mobili”.

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La “tempesta perfetta” del 2022 e i trend del futuro 

Posted by Massimo Miceli on
La “tempesta perfetta” del 2022 e i trend del futuro 

Nell’edizione 2023 del report Un anno di Tendenze, GS1 Italy ha raccolto una sintesi dei contenuti e dei temi chiave che hanno caratterizzato lo scorso anno.
“La piega, inattesa e drammatica, che hanno preso gli eventi ci ha costretti a fare i conti con uno scenario completamente diverso e quanto mai ingarbugliato – commenta Francesco Pugliese, presidente GS1 Italy -: una ‘tempesta perfetta’ che ha avuto, e avrà ancora a lungo, effetti molto concreti e pratici sulla nostra vita quotidiana”.
I fatti che hanno caratterizzato il 2022 ci hanno infatti traghettato in un mondo diverso, distinto da nuove abitudini e trend emergenti che ci accompagneranno nel corso del 2023, e probabilmente, anche oltre.

Dopo il Covid un altro tsunami sull’economia

Con la guerra russo-ucraina è arrivato un altro tsunami sull’economia, già provata dalla pandemia: il caro bollette si aggiunge a una crisi sociale delle famiglie, e pesa come un macigno sui conti delle aziende. E per le imprese del largo consumo e del retail si tratta di ripensare ai modelli organizzativi interni e alla relazione tra industria e distribuzione. Di fronte all’incalzare dell’inflazione le strategie messe in atto dal consumatore prevedono una spending review dei beni non essenziali, che diventa però anche un nuovo modo di intendere il consumo: più flessibile, variabile, distintivo, frammentato e contraddittorio. Con alcuni punti di riferimento però non negoziabili (la ricerca della convenienza, l’intercambiabilità dei canali di acquisto, la condivisione dei valori), che rendono necessari nuovi strumenti di analisi qualitativa e quantitativa.

Omnicanalità e standard globali

Nella nuova economia digitale i lavori relativi all’innovazione non si fermano, scandagliano nuovi canali e nuove tecnologie, e convergono in una direzione precisa: il rafforzamento dell’omnicanalità declinata nelle forme più diverse. A beneficiarne sono i percorsi di acquisto dei consumatori, ma per le aziende è fondamentale mettere a punto processi efficienti offline e online, per esperienze senza frizioni. Inoltre, il progresso tecnologico a livello globale trae maggiore forza dalle regole di un linguaggio comune, capace di rendere più efficienti i processi e le relazioni professionali, e viceversa.
Il sistema degli standard globali è la pietra miliare su cui si fonda il futuro sostenibile della società contemporanea, delle attività economiche, della salute, e dei consumi.

Sostenibilità e sinergie di filiera

La lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze è in cima all’agenda della normativa europea e delle istituzioni internazionali, che indicano una direzione precisa alle aziende e ai cittadini. Strumenti e soluzioni che a essa si richiamano, sostengono e guidano gli sforzi delle imprese verso pratiche sempre più sostenibili. E il retail può essere uno dei protagonisti. Chiamate a ripensare i processi, a sperimentare soluzioni innovative e ad attivare sinergie capaci di ottimizzare la filiera con vantaggi economici e ambientali, le imprese del settore del largo consumo possono ottenere risultati solo condividendo le esperienze e le iniziative di successo. Per farle diventare patrimonio di conoscenza a disposizione di tutti.

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Quali sono i benefit aziendali che attirano più talenti?

Posted by Massimo Miceli on
Quali sono i benefit aziendali che attirano più talenti?

Secondo l’ultimo Bollettino predisposto dal Sistema informativo Excelsior Unioncamere, in collaborazione con ANPAL la difficoltà di reperimento del personale è pari al 66% per le figure dirigenziali e del 62% per gli operai specializzati. Sono tante infatti le imprese che si scontrano con le crescenti difficoltà nel reperire figure professionali. E in una situazione come questa le aziende si ‘contendono’ i pochi talenti disponibili, impegnandosi a offrire loro il migliore tra gli ambienti lavorativi. Ma quali sono gli elementi che vengono considerati più importanti dai candidati? 

L’atmosfera di lavoro è più importante della retribuzione

Quali sono i fattori più attrattivi per chi sta cercando un nuovo lavoro, o per chi, pur non avendo avviato una ricerca attiva, è aperto a nuove opportunità professionali? “Non si parla unicamente dello stipendio – spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati -. Anzi, esistono fattori che risultano importanti quanto e più della retribuzione, a partire, ad esempio, dall’atmosfera di lavoro, dalla flessibilità complessiva e dalla possibilità di avere un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”. E poi ovviamente ci sono i benefit aziendali, ovvero, gli elementi sotto forma di beni o servizi che un’azienda fornisce ai propri dipendenti al di fuori del normale stipendio mensile, e che in quanto tali rientrano nel piano di welfare aziendale.

Un elemento cruciale soprattutto per i Millennials

Per questo motivo, per attirare i talenti, diventa cruciale individuare i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori.
“In linea di massima è possibile affermare che ogni benefit, di qualsiasi natura, deve essere considerato come un elemento positivo in ottica di employer branding e di employee retention, soprattutto quando si parla dei Millennials – puntualizza Carola Adami -. È da questo presupposto che bisogna partire per capire quali sono i benefit che in base al proprio budget e alle esigenze dei propri collaboratori attuali e potenziali, possono risultare più efficaci”.

Formazione, bonus asili nido e spese per il terapeuta

La scelta dei migliori benefit potrebbe quindi essere differente tra aziende di vario tipo o di vario settore, “in quanto ogni settore presenta le sue unicità, così come ogni azienda: il tipo di attività, l’età media dei collaboratori, la posizione geografica sono solamente alcuni fattori da prendere in considerazione – continua Adami -. Nonostante questo, le indagini fatte negli ultimi anni ci mostrano comunque che alcuni benefit aziendali in generale sono più efficaci e apprezzati, come le opportunità di formazione e di sviluppo, l’assistenza all’infanzia, le prestazioni sanitarie. Parliamo quindi, ad esempio, dei giorni di congedo ulteriori per maternità e paternità, dei bonus per asili nido e centri estivi, ma anche delle spese per i terapeuti”.