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Settembre, le aziende cercano 531.000 lavoratori: ma la metà non si trova

Posted by Massimo Miceli on
Settembre, le aziende cercano 531.000 lavoratori: ma la metà non si trova

Nel mese di settembre, le imprese italiane sono alla ricerca di 531.000 lavoratori, che verranno assunti con contratti a tempo determinato superiori a un mese o a tempo indeterminato. Questo numero rappresenta un aumento di 7.000 unità (+1,3%) rispetto a quanto previsto un anno fa. Per l’intero trimestre che va da settembre a novembre 2023, le assunzioni programmate superano di poco 1,4 milioni, registrando un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il 48% delle assunzioni programmate è “difficile”

Le imprese stanno affrontando crescenti difficoltà nel trovare candidati adatti per queste posizioni, con il 48% delle assunzioni programmate che riscontrano problemi di reperimento. Questo dato è aumentato di 5 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, con percentuali ancora più elevate (tra il 60% e il 70%) per molte figure professionali, in particolare quelle tecniche e ingegneristiche, così come per gli operai specializzati. I dati emergono dal Bollettino del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.

Aumentano gli ingressi nelle imprese

Le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (con 10-49 dipendenti) coprono completamente l’aumento complessivo delle assunzioni rispetto al 2022, rispettivamente con un aumento di +4,4 mila e +4,3 mila assunzioni nel mese e +11 mila e +12 mila nel trimestre. D’altra parte, le imprese di dimensioni più piccole (1-9 dipendenti) prevedono una diminuzione delle assunzioni a settembre (-3 mila).

Le ricerche nei vari settori merceologici

Nel settore manifatturiero, sono previste 99.000 assunzioni a settembre 2023, un dato simile all’anno precedente, e 275.000 assunzioni nel trimestre (-0,2%). In particolare, la meccatronica e la metallurgia hanno previsto rispettivamente 25.000 e 20.000 contratti a settembre e 69.500 e 55.000 nel trimestre. Le industrie alimentari e del settore moda seguono con previsioni di rispettivamente 13.000 e quasi 40.000 assunzioni.
Nel settore delle costruzioni, sono programmate 60.500 assunzioni a settembre 2023 e 196.000 nel periodo settembre-novembre, con un aumento di 3.500 nel mese e 15.000 nel trimestre. Per le imprese dei servizi, sono previsti 371.000 contratti di lavoro a settembre (+1,0% rispetto all’anno precedente) e quasi 989.000 nel trimestre (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022). Le previsioni sono particolarmente positive per i servizi alle persone e il settore dei trasporti e della logistica. Tuttavia, le imprese commerciali e quelle del turismo hanno previsto meno assunzioni rispetto all’anno precedente.

I contratti a tempo determinato sono oltre il 50% 

I contratti a tempo determinato rappresentano la forma contrattuale più comune, con 284.000 unità, pari al 53,4% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato, i contratti di somministrazione, gli altri contratti non alle dipendenze, i contratti di apprendistato, gli altri contratti alle dipendenze e i contratti di collaborazione.
Le imprese segnalano difficoltà di reperimento per oltre 252.000 assunzioni a settembre (il 48% del totale), con la mancanza di candidati come causa principale (31,7%), seguita dalla preparazione inadeguata (12%). Le figure professionali con il mismatch più elevato includono operai specializzati, conduttori di impianti fissi e mobili, e professioni tecniche.

Cresce la quota di manodopera straniera 

L’uso della manodopera straniera è in aumento, passando da 95.000 ingressi dell’anno precedente (18,2% del totale delle assunzioni) a 108.000 ingressi attuali (20,4% del totale delle assunzioni), con un aumento di 13.000 contratti (+13,6%). I settori che fanno maggiormente affidamento sulla manodopera straniera includono i servizi operativi di supporto, il trasporto, la logistica, le industrie metallurgiche, i servizi di alloggio, ristorazione e turismo, e le industrie alimentari.
A livello territoriale, le imprese delle regioni del Nord Est segnalano le maggiori difficoltà di reperimento, con il 53,4% delle assunzioni che risultano difficili da trovare, superando notevolmente le regioni del Sud e delle Isole (43,5%) e del Centro (45,9%).