L’Accademia della Crusca boccia il termine cyber

L’Accademia della Crusca boccia il termine cyber

Non si scrive “cyber”, ma “ciber”. Il monito arriva dall’Accademia della Crusca, la secolare istituzione di Firenze incaricata di custodire la purezza della lingua italiana. Il gruppo di linguisti Incipit ritiene che in italiano la parola “cibernetica”, da cui si fa derivare il prefisso “ciber”, indichi la strada preferibile per la formazione di questo neologismo. Che va pronunciato esattamente com’è scritto. Per l’Accademia non vi è quindi “motivo di costruire ibridi linguistici” con il prefisso cyber. Quanto alla grafia, spiegano gli accademici, è “opportuno privilegiare, quando non vi sono altri inconvenienti, la forma senza trattino, ad esempio ciberdifesa, cibersicurezza, ciberprotezione, ciberminacce, ciberspazio e via dicendo”.

Le eccezioni della fonetica

La soluzione, che spesso è la più lineare, spiega l’Accademia in una nota, “non può comunque essere sempre assunta come vincolante, e va evitata quando produca l’accostamento di due consonanti identiche, come nel caso di ciberrischi”. Del resto anche “ciber rischi” dà luogo a una sequenza inusuale, per cui, in tal caso, sarà vantaggiosamente conservato il trattino: “ciber-rischi”. In questo modo si razionalizza il procedimento di produzione di neologismi e si favorisce la coerenza del sistema, sottolinea l’Accademia della Crusca.

L’uso del trattino: quando è opportuno

Il gruppo Incipt ricorda che sono largamente diffusi i prefissi “cyber” e “ciber” per la formazione di una vasta serie di parole legate alla dimensione virtuale, con varie oscillazioni di grafia e anche di pronuncia, perché il prefisso inglese viene pronunciato “sovente secondo le norme della lingua di origine”. Altre oscillazioni, di natura puramente grafica, sono invece dovute non al prefisso, ma all’uso, talora presente, del trattino, mentre in altri casi si preferisce l’univerbazione. Come nel caso di cyber-protezione, ciber-protezione, ciber protezione, ciberprotezione, cyberprotezione, riferisce Adnkronos. E ancora, si potrebbero citare composti come ciberspazio, ciberterrorismo, ciberbullismo, cibernauta.

“Porre un freno a tutte le oscillazioni”

“La varietà è dunque notevole, e si può pensare a porre vantaggiosamente un freno a tutte queste oscillazioni – sottolineano i linguisti spiegando il senso dell’intervento normativo – Si tenga conto del fatto che molte di queste parole entrano nella comunicazione sociale istituzionale, perché leggi e regolamenti prevedono interventi sulla Rete e controlli per la sicurezza degli utenti”.

Il gruppo Incipit, nato all’interno dell’Accademia della Crusca, si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi incipienti, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana, al fine di proporre eventuali sostituenti italiani.